Venerdì prossimo, dopo le vacanze pasquali, Stefano Rho, il professore licenziato il 26 gennaio scorso per non aver dichiarato una condanna per aver “orinato nei pressi di un cespuglio”, tornerà in classe. Lo ha deciso il giudice del lavoro del tribunale di Bergamo, Raffaele Lapenta: il docente bergamasco, assistito dall’avvocato Yvonne Messi, non solo potrà tornare ad insegnare ma avrà diritto al pagamento degli stipendi arretrati. Una soddisfazione per Rho che è stato accolto fuori dal palazzo di giustizia da un gruppo di giovani studenti dell’istituto “Falcone e Borsellino”: gli stessi che il 6 febbraio scorso insieme con i colleghi del professore e molti genitori, avevano dato vita ad una protesta per chiedere l’annullamento del licenziamento del loro insegnante. “Ho accettato l’accordo di conciliazione – spiega Rho – Tecnicamente hanno ridotto la portata del provvedimento all’anno 2013/2014 quando avevo fatto quell’autocertificazione per un contratto a tempo determinato. Mi hanno tolto il punteggio di un anno ma reintegrato nel ruolo. Sono rimaste a mio carico tre quarti delle spese legali”.

Nonostante ciò per il docente si tratta di “una vittoria mutilata” e “la battaglia deve andare avanti: ho ottenuto la cattedra – ha detto – ma non ho avuto giustizia“. Per Rho, “non è stato messa in discussione l’assurdità di questo licenziamento e di tutti quelli analoghi” e, avverte, “se non arriverà una soluzione politica va pensata qualche altra azione”. “Stiamo parlando di omissioni irrilevanti per il lavoro del docente” conclude.

Solo nella provincia di Bergamo ci sono infatti altri cinquanta casi simili a quelli dell’insegnante: docenti che non avendo sul certificato penale ad uso amministrativo alcuna citazione per lievi condanne ricevute in passato, sono stati licenziati. La Flc Cgil ha chiesto un intervento ai ministri dell’Istruzione e delle Finanze e anche il deputato bergamasco Antonio Misiani (Pd) si sta occupando della questione. Ma finora non vi è stata alcuna soluzione.

Il 31 marzo il professor Rho dovrà tornare in tribunale per l’ultima udienza del processo penale: avendo dichiarato il falso, infatti, è stato condannato e messo in prova ai servizi sociali. Un passaggio che però non dovrebbe creare problemi visto l’esisto positivo della relazione finale. Resta comunque l’amarezza per una vicenda conclusasi dopo mesi di ansia e di incredulità per quanto accaduto. “Il movimento nato attorno a me – racconta l’insegnante – è stato fondamentale: se non ci fosse stato tutto questo, la proposta di conciliazione non credo sarebbe arrivata”. La sua storia infatti è finita su tutti i tg nazionali e non solo: per lui era stata lanciata anche una petizione su change.org che ha raggiunto migliaia di firme. Venerdì lo aspettano i suoi ragazzi di quinta. La felicità di Stefano è quella di poter tornare ad insegnare filosofia.

Articolo Precedente

I licei musicali protestano: “Insegnanti di musica esclusi dai concorsi”. E in piazza le suonano al governo Renzi (VIDEO)

next
Articolo Successivo

Scuola, l’esercito dei 900 “super atipici”. Da 15 anni tradito il sogno del posto fisso

next