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Partiamo con alcune ovvietà. Avere avuto vent’anni nel trentennio intercorso tra il 1960 e la fine degli anni 80, significa essere stati attraversati da quanto di meglio prodotto dalla storia della musica. Possiamo aggiungere, senza timore di essere smentiti, che la tecnologia dell’epoca abbia contribuito enormemente a far sì che tale concetto abbia ragione d’essere.

Il vinile, ancora oggi oggetto di culto e nuovamente sdoganato, fu il mezzo di supporto al quale fare riferimento, sebbene la musicassetta portasse con sé il fascino discreto della comodità. Chi non ricorda le gloriose C90? Sony, Tdk, Basf ma erano infinite le marche in voga.

“Per molti di noi”, restare interi pomeriggi davanti allo stereo, era un esercizio quotidiano, così come registrare in diretta dalla radio una canzone di cui nulla era certo, sennonché, passata in heavy rotation, alla fine l’avremmo beccata.

Gli speaker delle radio, nel frattempo, “se la raccontavano raccontandotela”; quei concetti musicali, giorno dopo giorno, divenivano cardini piantati al cuore delle proprie certezze. Erano periodi in cui tutto fluiva incessantemente: dischi, gruppi, canzoni, ovvero sequenze indimenticabili trascritte dentro fantasmagoriche cassette, nuove oppure da riscrivere, in ogni caso pronte per generare una cosa soltanto; la compilation perfetta.

Sovente capitava che, durante la registrazione, il nastro si inceppasse. I più abili sapevano come reinserire la pellicola perfettamente stirata, altri, invece, presi dalla disperazione si accontentavano di riposizionarla roteando “la bic” in uno dei due canali, generando di fatto un flusso irrimediabilmente compromesso. Non a tutti importava, bastava accettare che, ad un certo punto, su A Forest, avrebbe preso il sopravvento quel suono frastagliato; d’accordo erano pochi secondi ma intanto il ritornello cantato da Robert Smith si era sputtanato. A forza di ascoltarla, però, ti ci abituavi, era talmente bello il pezzo che eri disposto a soprassedere. Poi, mesi dopo, capitava di sentirlo attraverso supporti adeguati e al momento di Again and again and again and again si spalancavano nuove consapevolezze.

Amarcord oppure un semplice ritorno al futuro? Abbiamo già detto del vinile, tornato in auge, anche se poi, guardando attentamente, siano pochi i gruppi prodotti su tale supporto; resta più che altro un’operazione ancorata a quanto storicamente prodotto, sebbene il Record Store Day da tempo stia seriamente aiutando a rimescolare le carte.

Una sola domanda: “Nel 2016 dov’è possibile comprare fisicamente i dischi”? In Italia i negozi oramai si contano sulle dita di una mano, quelli che poi vendono vinili sono da cercare con il lanternino. Non me ne vogliano gli altri ma Carù a Gallarate in provincia di Varese è una spanna sopra tutti da cinquant’anni a questa parte. E se lo dice Il Guardian, c’è da crederci.

All’estero la situazione cambia. Se bazzicate negli States, nelle città principali (e non solo), trovate di tutto e di più. Los Angeles e San Francisco hanno di riferimento Amoeba Records (ma a Frisco passate anche all’ Aquarius) farci un giro e perdersi in quei corridoi infiniti pieni di dischi vi farà tornare ragazzini. A Portland il Music Millenium vanta con orgoglio la propria storia, mentre a New York, nell’East Village, vi ritroverete con l’imbarazzo della scelta; fortemente consigliato il Good Records.

In Europa, giusto per tornare dalle nostre parti e citando tre città (non) a caso, Dublino, Londra e Berlino non sfigurano di certo. Nell’ordine ve ne segnalo uno per città: Freebird Records (Top!) Flashback Records (imperdibile!), Hardwax (da sballo!).

Non siete ancora sazi? A Tokyo nel quartiere di Shibuya esiste il Tower Records (vi sentirete al centro del mondo) e per concludere, giusto per non farsi mancare nulla, a Melbourne, in Australia, esiste Basementdisc (meraviglioso!).

Fate attenzione, non abbiamo prima parlato di musicassette per caso! Pare, infatti, che sia forte il loro ritorno sul mercato. Come dice Annalisa Grandi su Il Corriere della Sera “Da una sponda all’altra dell’Atlantico si registra una nuova impennata delle vendite. La Recording Association of America per la prima volta dagli ani 90 sta studiando un sistema per portare su musicassetta gli album di nuova uscita”. Logico a questo punto aspettarsi in futuro nuovi sviluppi e perché no, una giornata mondiale dedicata anche alla musicassetta.

Il solito dj qualunque possiede una collezione sterminata di cassette, molte delle quali “stropicciate e ripetutamente riscritte”; ognuna di essa resta preziosa testimonianza di un’esistenza passata a piantare cardini dritti al cuore delle proprie certezze.

 

9 canzoni 9 … stropicciate

Lato A

Skin Deep • The Stranglers

Love Song • Simple Minds

Pale Shelter • Tears For fears

A Forest • The Cure

Lato B

The Voice • Ultravox

Heaven • The Psychedelic Furs

Killing Moon • Echo and the Bunnymen

Under the Milky Way • The Church

Seconds • Human League

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