Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica convinta al 100% che il campionato sia finito con quel gol di Zaza. Altre considerazioni.

1. Perché finito? Perché, da qui alla fine, la Juve farà almeno 20 punti su 24. A dirla tutta secondo me ne farà almeno 22, o addirittura 24, ma voglio concederle un pareggio (non so con chi: è mille volte superiore a chiunque). Se ne fa 20, il Napoli deve farne 24. Cioè vincerle tutte. E non può farlo, perché con Inter e Roma non vince (non con entrambe). Quindi: game over.

2. Game over, però io devo arrivare a 10 punti e quindi vado avanti. Il Torino si conferma una delle squadre più involontariamente bianconere nella storia del calcio: se gioca bene perde al 93’, se gioca male ne prende almeno 3 di scarto. I derby vanno così dai tempi del primo governo Craxi e il Toro vince giusto quando il derby conta quanto Gasparri: cioè niente. Tutto il resto sono chiacchiere.

3. Chiacchiere e Rizzoli, lo so. Il miglior arbitro italiano ieri non sembrava tale e nel secondo tempo ha sbagliato tutto. Alex Sandro andava espulso dopo il rigore, il gol di Maxi Lopez era buono. Sarebbe stato 2-2 e sarebbe cambiato tutto. Chi è contro la moviola ha uno strano modo di intendere lo sport. Ah: mancano anche le espulsioni di Glik, disastroso, e di Bonucci, che peraltro era diffidato da almeno 712 partite. Il Torino fa bene a recriminare, ma più ancora ne ha motivo il Napoli.

4. Nessuno merita il record di imbattibilità come Buffon. Ho sempre pensato a lui come alla reincarnazione di Ed Warner, peraltro il mio mito dell’adolescenza assieme a Wonder Woman, che immaginavo come mistress in avvincenti sessioni sadomaso assai spinte (ops, sto divagando). Per quante sciocchezze abbia detto o fatto, e per quanto continui a parlare con quella assurda patata in bocca, Buffon resta uno dei più grandi portieri di sempre. Il suo record ha reso felici tutti, a parte Seba Rossi. Di per sé pacato e mai sopra le righe, Seba ha commentato il record in diretta su Mediaset Premium. Mi è parso avere l’allegrezza di Casaleggio dopo le Europee del 2014. Però molto meno lucido.

5. Una settimana fa scrivevo una cosa tipo: se anche la Juve uscisse malissimo dalla Champions, nulla cambierebbe in campionato. Nessun contraccolpo psicologico. Impossibile immaginare una eliminazione più spietata e straziante – destinata a rimanere nei secoli, non meno dei Magath e dei Ricken – come quella di mercoledì scorso. La follia di Evra appartiene già a quella scorta di immagini-icona che i tifosi avversari useranno per spargere sale continuo sulle ferite, come Grobbelar che saltella prima dei rigori o il Milan che si fa rimontare tre reti dal Liverpool. E il sorteggio successivo (alla Juve sarebbe toccato il Benfica, cioè semifinale sicura) aumenta il dolore. Ma la Juve, quattro giorni dopo, era di nuovo la Juve.

6. Napoli eroico, Higuain satanasso e Che Gue Sarri oltre ogni confine. Non avranno rimpianti, se non quel gol di Zaza che ha chiuso tutto. Quanta bellezza, però: quanta abnegazione, quanta organizzazione. E la certezza di un secondo posto che salverà la squadra dalla roulette del preliminare Champions. Hasta la victoria siempre, Commodoro Marxista.

7. Applausi, per una volta, a Mancini. Ha praticato il calcio più brutto nella storia dell’uomo per un girone intero, ma da due mesi la sua Inter è più che dignitosa e senza Nainggolan poteva davvero sperare nel terzo posto. Così serve un miracolo. Lui dice che è ancora tutto possibile: non può non dirlo, ma la Roma a questo punto è pressoché inarrivabile.

8. Continua l’ennesimo campionato inutile del Milan. Grazie, Galliani.

9. Se la Fiorentina fosse un romanzo, sarebbe un manoscritto qualsiasi di Kafka: incompiuto. Ogni anno lo stesso film. Sempre lo stesso film. E sempre quella sensazione di godimento della propria incompiutezza, quasi che non vincere mai fosse a Firenze vanto e cifra distintiva. Il bel campionato resta, ma resta la domanda di sempre: cari amici viola, godere (davvero) una volta nella vita proprio no?

10. A proposito di Fiorentina: dopo la notizia dell’inchiesta di Boschi senior indagato per bancarotta fraudolenta, ho mandato un sms al mio amico Nardella. “Stai a rosicare, Nardy?”. Lui l’ha presa bene e mi ha mandato al confino presso l’isola vulcanica di Lanzarote. Poteva andarmi peggio: in questo momento, per esempio, sto amabilmente dissertando di Pessoa e Jimmy Choo con il fantasma di Saramago. José vi saluta e ci tiene a dirvi che, al referendum del 17 aprile, voterebbe così: “Le trivelle usatele per riattivare il cervello della Picierno, se proprio vi piacciono”. A lunedì prossimo.

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