“In sanità basta con la libera professione intramoenia, fonte di diseguaglianza e di corruzione. Bisogna fare una cosa davvero di sinistra: abolirla. D’incanto spariranno le liste d’attesa, mi ci gioco la faccia. L’idea è promuovere una legge di iniziativa popolare al Parlamento”. La proposta del governatore della Toscana Enrico Rossi – ufficialmente in campo per la scalata al Pd nazionale – accende il dibattito sull’intramoenia, la libera professione svolta dal medico in ospedale al di fuori del proprio orario di lavoro, come consentito dal decreto Balduzzi del 2012. Il ministro della salute Beatrice Lorenzin frena (“l’intramoenia non va abolita, ma regolata e messa a sistema”) così come diverse associazioni di medici. Sul piede di guerra il fronte renziano: il deputato Federico Gelli accusa il governatore di “demagogia” e anche il capogruppo in Regione Leonardo Marras invita “a non congressizzare” la Toscana. “Bene Rossi ma non sia l’ennesima operazione di marketing politico per scalare il partito”, punzecchia Andrea Quartini, capogruppo M5S in Regione. Al fianco del governatore Fp-Cgil, Fp-Cisl e Fpl-Uil: “Ma abolire l’intramoenia non basta: serve un’adeguata politica di rilancio del Sistema sanitario nazionale“.

Intramoenia il 49% dei medici – Il dossier sull’intramoenia (dati 2013) è stato presentato lo scorso 6 agosto in Parlamento: riguarda 55mila dirigenti medici (il 49% del totale) che incassano in media 16.800 euro annui. I ricavi per le aziende sanitarie sono invece pari a 1,15 miliardi (-6,2% rispetto al 2012). I tempi di attesa per le prestazioni? “Tra 0 e 10 giorni”.

“Stipendi quintuplicati: stop al mercimonio della salute” – “Chi lavora nel pubblico – sostiene Rossi – deve essere a tutti gli effetti un dipendente pagato dallo Stato e non può aprire bottega in proprio. Basta al mercimonio della salute”. E aggiunge: “Da 7 anni non si rinnovano i contratti perché la libera professione è diventata un modo tutto italiano per garantire integrativi stipendiali“. Secondo Rossi ci sono medici che riuscirebbero anche a “quintuplicare i loro stipendi”.

La frenata del ministro e dell’assessore renziano – “Sulle parole di Rossi – afferma Lorenzin – si può ragionare, ma la proposta è vecchia: il problema è che la norma sull’intramoenia è applicata a macchia di leopardo”. Secondo il ministro servirebbe perciò “uno scatto in avanti” da parte delle Regioni. Scettica l’assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi: “Togliere ai medici la possibilità di svolgere la libera professione – dichiara la renziana a La Nazione – vuol dire rischiare di veder uscire dalle nostre strutture pubbliche i più bravi e capaci”.

L’alt dei medici: “Liste d’attesa lunghe? Non è colpa dell’intramoenia” – Sul piede di guerra Roberto Monaco, presidente Federazione Ordini medici della Toscana: “L’intramoenia può essere disciplinata, normata ma non certo abolita perché fa parte della libertà di essere medici: le liste d’attesa non si allungano certo a causa di essa”. Per Costantino Troise, segretario nazionale medici dirigenti Anaao-Assomed, la libera professione è diventata per Rossi “una vera ossessione“. Senza contare che “confinare nelle mura del settore pubblico elevate competenze professionali significa aprire praterie per l’iniziativa privata e non calmierare i prezzi”. Il risultato? “Una società duale, una povera per i poveri, l’altra per chi può permettersi di pagare”.

La stoccata del deputato renziano: “Perchè Rossi si sveglia ora?” – Gelli ricorda che Rossi è stato per due mandati assessore regionale alla sanità e che oggi è al secondo mandato di governatore: “E’ ai vertici della Toscana da 16 anni, perché propone solo ora di abolire l’intramoenia? Si è svegliato dopo un sonno di quasi due decenni”. Poi un occhio ai conti: “Senza l’intramoenia le strutture pubbliche non potrebbero più contare su 1,15 miliardi di ricavi”.

L’assist del M5S: “Appoggio alla proposta di Rossi: ma il Pd lo seguirà?” – La senatrice Alessia Petraglia (Sel-Sinistra italiana) chiede a Rossi di portare la proposta in Conferenza Stato-Regioni “prima che la riforma Renzi ne riduca i poteri”. D’accordo con il governatore anche il M5S toscano che presenterà una mozione in consiglio regionale: “Ma il Pd sarà in linea con Rossi?”.

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