La designazione dell’avvocato penalista Andrea Gentile, figlio del sottosegretario allo Sviluppo economico Tonino Gentile (Ndc), nel Cda dell’Istituto nazionale tumori di Milano, è stata compiuta dal ministero della Salute “nel rispetto delle norme di legge e statutarie vigenti“. Così il ministro per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, risponde al posto del ministro Beatrice Lorenzin, “sulla base degli elementi forniti dal ministro della Salute”, all’interrogazione indirizzatale durante il Question time alla Camera. Quanto al titolo di studio di Gentile, il ministro Boschi precisa che “la normativa vigente non stabilisce specifici requisiti per i componenti del consiglio di amministrazione. Ne discende – continua Boschi – che la designazione dell’avvocato Gentile risponde ai criteri normativi. Una risposta “insoddisfacente”, replica il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, parlando di “familismo amorale“. “L’unica competenza attribuita a Gentile per essere nominato nel cda – dice Scotto –  è essere figlio del sottosegretario. Con questa nomina il governo dice alla nostra migliore gioventù che se è sola, se non ha un cognome giusto, o deve confidare nella fortuna e nella buona sorte o, se vuole che il suo talento venga riconosciuto, deve fare le valigie e andare via da questo Paese. Da due anni il governo taglia nastri, racconta storie di successo e parla di merito. Tutte fandonie, perché poi nominano ‘i figli di’“, conclude Scotto

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