Marco Prato assumeva un farmaco per i disturbi bipolari e del comportamento ormai da molti anni. Ma lo aveva sospeso – come riporta Il Messaggero – cinque giorni prima del massacro di Luca Varani. Un’iniziativa personale e della quale non aveva informato il medico che lo seguiva.

Prato dopo la mattanza nell’appartamento del Collatino aveva tentato il suicidio ingerendo cinque flaconi di Minias. Il farmaco che avrebbe dovuto prendere. Alla psichiatra che lo ha visitato all’ospedale Pertini avrebbe detto: “Io sono per gli eccessi e quando si supera il limite lo si fa perbene”.

Intanto dopo avere ucciso il 23enne Manuel Foffo sarebbe sceso al piano di sotto, nell’appartamento dove abita la madre, per chiederle stracci e sapone, presumibilmente per pulire la scena del delitto. La donna avrebbe dato al figlio gli stracci, senza sapere l’uso che ne doveva fare, ma questa circostanza resta da verificare. Anche perché, come più volte da lei dichiarato, la madre di Foffo non si accorse di nulla né sentì rumori sospetti provenire dall’appartamento del figlio.

I genitori dei due arrestati insieme ad altri parenti verranno comunque risentiti per ricostruire meglio anche la personalità dei giovani, accusati di avere torturato fino alla morte Varani. Il pm Francesco Scavo e i carabinieri stanno setacciando i tabulati dei telefoni per capire quante telefonate o messaggi i due avrebbero fatto a Varani prima di attirarlo nella trappola mortale. Allo stato risulta certo solo un messaggio recapitato a Varani con una proposta di unirsi al festino a base di alcol e cocaina. Il ragazzo di 23 anni poi massacrato non sarebbe stato l’unico a venire narcotizzato. Poche ore prima di drogare e accanirsi su Varani, Prato con la complicità di Foffo narcotizzò un altro dei vari giovani passati per la casa del delitto. Su Facebook, intanto, è stato creato un gruppo, Giustizia per Luca Varani.

L’avvocato di Prato ha presentato ricorso al tribunale del Riesame. “Vogliamo conoscere gli atti che al momento continuiamo a leggere sui giornali”, ha detto l’avvocato Pasquale Bartolo. Dal canto suo il difensore di Foffo, l’avvocato Michele Andreano, al momento esclude la possibilità di ricorrere al tribunale della Libertà. “Non facciamo ricorso. Una decisione presa in accordo con la famiglia di Manuel. Il ragazzo è molto provato per quanto accaduto”, ha detto Andreano.

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