“Sono 10 anni che non riesco a sedermi su una panchina di un club italiano. Ho richieste dall’estero, ma non capisco perché in Italia non riesco ad allenare. Dopo il diverbio con la Federazione nessuno osa chiedermi di farmi allenare una squadra italiana”. Lo ha dichiarato, e non è la prima volta, il campione del mondo Spagna 1982 ed ex juventino, Claudio Gentile, ospite del programma sportivo, condotto da Ugo Scali, di inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane. Gentile ha ricordato di essere “stato vicino alla panchina della Juventus, ma ho dovuto rinunciare per una promessa che mi era stata fatta dai dirigenti federali. Li avvisai dell’opportunità della Juventus, loro erano in Germania e mi dissero ‘quando torniamo mettiamo tutto a posto’. Poi è stato chiamato per la panchina dell’Italia Roberto Donadoni e io non ho fatto più parte del progetto. Ho fatto attendere la Juve per una questione di rispetto: la Nazionale mi aveva dato la possibilità di fare l’allenatore e ho atteso la loro decisione. Purtroppo le cose sono andate così”. L’ex ct dell’Under 21, vincitore dell’europeo di categoria nel 2004, ha rivelato che “la cosa a cui tengo di più è la vittoria della medaglia olimpica ad Atene, dopo 70 anni che il calcio italiano non vinceva nulla”. Gentile ha poi ribadito un rammarico legato alla Figc: “Non ho dato mai retta alle pressioni per far giocare un giocatore, sono sempre andato per la mia strada e pur vincendo me l’hanno fatta pagare. C’è invece gente che fallisce e rimane. Bisognerebbe chiedere alla Federazione italiana che parametri usa per la valutazione di un tecnico”

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