L’Italia è sempre stata patria di creativi e inventori d’ogni genere, di personaggi unici che purtroppo negli ultimi tempi hanno dovuto sempre più emigrare per trovare le condizioni giuste al fine di portare avanti i propri progetti. Non è questo il caso di quello che sembra dover essere il futuro della musica digitale e non solo: il formato .mp5.

A realizzarlo è infatti un’innovativa startup tutta made in Italy, la Recwon srl di Asti che, costituitasi nel 2013, dopo soli due anni ha definito lo standard di un formato di file multi-traccia registrando di fatto il marchio .mp5®. Il motto della Recwon è molto esplicativo: ‘interagisci con la tua musica, non ascoltarla solamente’. Se infatti finora tutta la musica digitalmente fruita ci ha dato su per giù la sola possibilità di porci in un semplice stato di ascolto, da oggi sarà altresì possibile interagire con un file contenente una pluralità di tracce tutte fra loro indipendenti: non solo quelle audio, ma anche file di testo, immagini e video tutti incorporati, sebbene autonomamente gli uni dagli altri, in un unico file .mp5.

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Dunque, facciamo un esempio. Sto ascoltando un brano del mio cantante preferito e desidero, a un certo punto, sentire come suona senza la batteria, senza la voce o il basso elettrico. Ancora: voglio lasciar suonare tutti gli strumenti tranne la voce, così da improvvisare io stesso la parte cantata e sostituirmi temporaneamente alla voce del cantante originale, arrivando addirittura a registrare la mia. Nel frattempo, ho dinanzi ai miei occhi il testo della canzone che scorre in sincro sulla musica, e potrei anche attivare il video o immagini eventualmente aggiunte al file .mp5 dagli autori originali. Tutto questo, ovviamente, garantendo tutti i diritti d’autore di chi il file lo ha creato e rilasciato, dando al contempo la possibilità di renderlo fruibile anche in sola lettura piuttosto che aperto e ulteriormente ampliabile.

Ma come poter utilizzare i file .mp5? Ecco pronto il Recwon Media Player, il lettore, disponibile in quattro diverse versioni (free, basic, advanced e professional), grazie al quale è già possibile gestire ogni file .mp5 contenente al suo interno una pluralità di tracce di diversa natura: audio, video, immagini e testo, tutti raccolti in un unico .mp5. Se però il campo musicale può sembrare a tutta prima l’unico ambito di applicazione del .mp5, occorre estendere il discorso, come hanno già fatto i creatori del nuovo formato, ad altri ambiti possibili, come quello medico, industriale, editoriale, della formazione e della realtà aumentata. Ad ogni buon conto, al momento “abbiamo raccolto manifestazioni di interesse principalmente da parte di software house nel campo musicale”, dichiara Pietro Di Franco, uno degli inventori del nuovo codec .mp5 che ha inoltre appena ottenuto la licenza Isrc.

Il progetto che ha poi portato all’invenzione del .mp5 inizia nel 2005, quando cioè “collaborando con un amico, che oggi è l’attuale AD Recwon Raffaele Giugliano e che lavora nel campo della moda, in occasione di una sfilata mi chiese di gestire contemporaneamente più tracce sincronizzate. Stavo già lavorando sul progetto, e questo è servito ad ampliarlo andando a soddisfare più esigenze. Nel 2012 mi sono presentato con le soluzioni, e a quel punto siamo andati avanti costituendo, nel 2013, la società. Il file .mp5 – spiega sempre Di Franco – ha come natura la possibilità di aggiungere altre tracce audio, video e di testo sincronizzate, senza con ciò violare i contenuti originali, mentre si ascolta e si utilizza lo stesso file, mantenendo dunque l’originalità e la riconducibilità per il riconoscimento degli aventi diritto d’autore”.

Insomma, quello che si apre davanti a noi, agli orizzonti della nuova fruizione musicale e non solo, è ancora imprevedibile ma al contempo molto eccitante: “Con l’utilizzo del formato .mp5 – dichiara Di Franco – si avvierà una rivoluzione dei mercati, traghettandoci dal patrimonio di contenuti attualmente esistente a quello che si andrà sviluppando d’ora in avanti. È in gioco una nuova concezione nell’avere a disposizione più tracce, nel gestirle e nel poterle personalizzare, ma soprattutto tutelare. In tutto questo lavoro stiamo infatti rispettando i processi per l’anti pirateria andando nel contempo a premiare tutti gli attori che utilizzano il formato: premiare personalmente, professionalmente ed economicamente”.

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