Sostenere il welfare familiare e abbattere il lavoro in nero. Sono questi gli scopi principali alla base della proposta di legge sulla deducibilità delle spese per gli addetti all’assistenza personale, colf e badanti. Il testo, presentato durante una conferenza stampa che si è tenuta alla Camera dei deputati, è stato proposto dalla deputata Pd Patrizia Maestri. “Propongo di ampliare – spiega la parlamentare – le deduzioni da 1.500 a 3.000 euro e le detrazione da 2.500 a 4.000 euro e innalzare da 40.000 a 50.000 il reddito complessivo al di sotto del quale è possibile usufruire dello sconto fiscale. Presente alla conferenza anche il vice presidente Assindatcolf, Andrea Zini che ha lanciato l’allarme sul settore del lavoro domestico che, secondo il Rapporto Annuale 2015 dell’Istat, detiene la percentuale più alta di lavoro in “nero”. Infatti il 54,6 per cento dei rapporti di lavoro domestico in Italia risulta essere in “nero”. Parliamo di 490.000 rapporti lavorativi non in regola in questo settore, contro una media del 12,6 per cento, con un incremento occupazionale significativo negli ultimi anni. Con questa proposta di legge, depositata alla Camera, si cercherà anche di intervenire sul problema dei voucher, in notevole aumento, dopo l’aumento, come previsto dal Jobs Act, di aumentare a 7 mila euro annui il compenso massimo percepibile. “Ero contrario a questo innalzamento – spiega Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione Lavoro alla Camera dei deputati -. Bisogna tornare alla Biagi. I voucher sono lavori occasionali per piccoli lavori domestici, per il giardinaggio”

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