Tutto si potrebbe racchiudere nel più classico e comune degli epiloghi: sì, sono una persona fortunata. Perchè le mie passioni sono il mio lavoro e laddove non intervenga qualche infrastruttura di sorta a piazzarmi sotto al naso una delle tante novità musicali del momento, uno dei prossimi gruppi destinati al cosiddetto botto discografico, posso sempre dire che alcuni di questi ‘fenomeni’ io li conoscevo già. E’ il caso ad esempio dei Moseek, che ben prima di X Factor avevo avuto la fortuna di intervistare, far suonare e più in generale “sponsorizzare” quanto secondo me meritavano. Mi incuriosiva a maggior ragione, vista la premessa, tornare a fare due chiacchiere con Elisa, la rossa cantante e chitarrista il cui talento (così come quello dei suoi compagni di band Fabio e Davide) è ora – finalmente – cosa nota.

X Factor-La semifinale

01) Allora Elisa, io direi di cominciare mettendo da parte le formalità visto che ci conosciamo ormai da tanto tempo: complimenti sinceri perché tutto quello che vi è accaduto nell’ultimo anno ve lo siete meritato, a prescindere da quello che è stato il mezzo (che pure è una scelta legittima) cioè quello televisivo. Così, a bruciapelo, prima domanda: lo rifareste?

La risposta è con grande sincerità SI. Senza prescindere dal mezzo televisivo, che è appunto uno strumento per comunicare. La televisione, insieme alla radio, è fondamentale per comunicare la musica, anche se io non ho un televisore!

02) Per capire: dopo tanti anni di concerti (credo che a partire da quella che è stata la primissima formazione dei Moseek siano passati almeno 10 anni) cosa vi ha portato a scegliere un ‘talent’ per cercare di fare arrivare la vostra musica a più persone possibile? Voglio dire: cercavate (la dico male) un ‘pretesto’ utile oppure eravate sinceramente intenzionati a fare un’esperienza diversa dal solito?

Il pubblico in Italia non è molto curioso e raramente scopre nuovi gruppi se non li sente in radio o in TV. Il talent ci ha aiutato ad arrivare ad un numero di persone molto vasto, che oggi compra la nostra musica e paga il biglietto per venire ai nostri concerti e che ci riconosce per strada come “musicisti”. Era proprio quello che volevamo succedesse quando abbiamo deciso di iscriverci (l’ultimo giorno possibile tra l’altro). Non l’abbiamo considerata un’esperienza “diversa dal solito” perché non è che abbiamo fatto “L’Isola dei Famosi” in cui la musica non c’è. E’ stata l’occasione per iniziare a lavorare, con un conseguente riconoscimento di un lavoro che abbiamo fatto da prima di X Factor. 

03) Credo ci siate passati prima di me, noto però che buona parte delle persone (musicisti, band) con cui parlo da un lato ‘temono’ possibilità come quella di X-Factor dall’altra le ripudiano (magari sbagliando altrettanto) a prescindere: cosa direste agli uni e agli altri?

Ci siamo cimentati in cover talvolta anche impensabili ed è sempre stato più formativo che problematico effettivamente. Ogni volta era sempre un’occasione per imparare e confrontarsi con chi fa musica da più tempo di noi. Siamo stati fortunati ad incontrare il nostro producer Fausto Cogliati , Fedez, le vocal coach, Luca Tommassini, con persone così non poteva non essere che una grande scuola. Per l’underground i talent sono il demonio, ma quando scrivi una canzone sogni che la cantino in migliaia insieme a te in un concerto, non ti accontenti che siano solo in dieci a conoscerla. Il talent è un mezzo per amplificare la tua musica, se lo cavalchi e sei te stesso è tutto giusto. C’è anche da dire che quando ci hanno proposto di fare “Amici” non abbiamo accettato perché preferiamo divertirci anche con quella parte meno musicale ma che per noi è importantissima e cioè le scenografie, le luci, gli abiti. Su questo fronte X Factor ci ha invitati a nozze!

04) Siete in studio impegnati nelle registrazioni del vostro nuovo disco: mi fate un ‘bignami’ di come nascono i vostri pezzi? Chi è che solitamente arriva con un’idea? Avete una catena di montaggio che seguite in maniera più o meno fedele?

Ho sempre scritto i pezzi, voce e chitarra o voce e piano, partendo da una melodia o una frase oppure da una parola che mi ronza in testa. Da quel momento scrivo tutta la canzone che poi faccio ascoltare a Davide e Fabio in sala. Il lavoro di arrangiamento è quello che prevede una “catena di montaggio”.

05) Doveste descriverlo in poche parole questo nuovo album? Quanto è distante e quanto è vicino da quanto avete fatto finora..

Le canzoni del nuovo disco sono state concepite negli ultimi due anni, la più recente è di un mese fa. È distante da “Leaf” anni luce perché è uscito nel 2014, ma è stato scritto nel 2012. In quattro anni ci siamo evoluti, è cambiato il suono e anche il modo di scrivere che nel nuovo album è più efficace, con meno fronzoli. Più istantaneo nell’arrivare alle emozioni. Il bagagliaio di esperienza fatta ad X Factor ci ha aiutato a mettere a fuoco alcuni aspetti della nostra musica che in questi mesi in studio abbiamo amplificato.

06) Lo sconquasso vissuto in questi mesi vi ha portato a conoscere tante personalità note del mondo della musica, specie italiana: con chi vi piacerebbe collaborare anche solo per una canzone?

Ci fanno spesso questa domanda, la nostra risposta è sempre una: Jovanotti!

07) Alla luce della vostra esperienza, cos’è che rende più difficile per una band ‘nuova’ emergere in Italia piuttosto che all’estero?

Come dicevo prima c’è poca curiosità in Itala per la musica nuova, ma “altrove” non è il paradiso! Abbiamo vissuto più la scena italiana che quella estera, per cui fare un paragone è difficile, ma sia qui che all’estero quello che ti porta avanti è la determinazione, la professionalità e aver qualcosa da dire. Bisogna farsi il mazzo, anni di gavetta, avere talento, farsi strada da soli, poi con un po’ di fortuna e ardore sarà una casa discografica ad investire su di te. Se non hai il fuoco che ti muove non lo trasmetti al pubblico.

08) Mi fate qualche nome di gruppi o solisti che ancora non sono noti ai più che invece fanno parte dei vostri ascolti?

Gli ElleBorn, un gruppo con una cantante che ė una potenza.

09) Vi lascio andare, solo un’ultima cosa: cosa vi augurate per l’anno che è appena iniziato. Vi siete posti qualche traguardo? Noi da parte nostra terremo le dita incrociate anche per voi!

Ci auguriamo di fare il triplo dei concerti, anzi di farne uno al giorno perché i concerti per noi sono vita e sognamo sempre di fermarci ad un semaforo e sentire il nostro prossimo singolo che suona a ‘tutta callara’ dalle radio delle macchine e che il nostro disco piaccia tanto, assai di più!

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