Tante teste canute ai gazebo del Pd a Roma, pochi giovani e nessuna traccia dei sedicenni a cui per la prima volta sono aperte le urne. In via dei Giubbonari, nello storico circolo del primo municipio sono tre i sedicenni registrati e 48 stranieri e fino al primo pomeriggio nessuno ha fatto ancora un salto al seggio. In totale sono 700 su 70mila sedicenni a Roma che si sono registrati il 5 marzo per votare, e mille stranieri residenti nella Capitale in totale. “E’ un inizio, anche con il voto ai 18enni si faticò a diffondere questa pratica, i giovani di oggi sono lontani dalla politica, non è come ai mie tempi”, afferma Luigi Zanda, senatore del Pd in visita al circolo. L’affluenza secondo i segretari delle sezioni è fino adesso buona, in linea con le primarie precedenti. Eppure incombe la paura di un possibile flop.”Io appartengo ad un’altra specie rispetto ai gufi, vedo il bicchiere mezzo pieno”, replica Zanda. “Il sostegno dei verdiniani? Nessuno si è lamentato di queste polemiche insulse”, aggiunge. “Giachetti piace a prescindere da Renzi. I tempi – dicono gli elettori – sono cambiati, non si può essere comunisti con il braccio teso, comunisti al massimo, bisogna essere accondiscendenti. Altrimenti finiamo come Bersani che ancora aspetta il sostegno del M5s al governo”. “Non c’è alternativa al Pd. Roma al M5s? Lo vedo male come finale”, afferma una signora. Ignazio Marino invita invece a boicottare le primarie farsa. “Il boicottaggio non è una mai una bella scelta, io sono fiducioso sull’affluenza, i segnali sono incoraggianti”, conclude Zanda

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