Un cambio di server a seguito del quale la Casaleggio Associati avrebbe avuto accesso a tutte le mail e ai documenti del gruppo M5s alla Camera. Un caso di presunto spionaggio che racconta oggi Il Foglio, citando una mail che “dimostra come funziona il controllo della Casaleggio Associati sulle vite (e i server) degli altri”.

Secondo quanto scrive il quotidiano, tutto nasce a settembre 2014 quando all’azienda che doveva occuparsi di parlamentari5stelle.it, come richiesto dal gruppo M5s, è stata ceduta la password per avere accesso in toto all’intero sistema. Una password che il gruppo stesso non voleva fornire. Ma a consegnarla al tecnico informatico della Wr Network srl – “azienda Itc torinese fornitrice di servizi per la Casaleggio Associati (ma di questo ancora non si sapeva)” – erano state, scrive ancora il giornale, “il capogruppo Paola Carinelli e il capo della comunicazione Ilaria Loquenzi, su indicazione della Casaleggio, e senza informare il responsabile legale del gruppo, Alessio Villarosa“.

Da lì il blocco degli accessi e del sistema. Spiega tutto “il 3 ottobre, via email, la Casaleggio Associati in persona” con una lettera firmata ““lo staff di Beppe Grillo” nella quale si dice espressamente che il sistema non è ripristinabile e che se ne sarebbe dovuto installare un altro (installato da loro, si suppone)”. Inoltre, prosegue il quotidiano, “l’email conteneva pure una ammissione involontaria. Tra le righe, rivelava infatti che il misterioso “staff” di Milano aveva avuto alcuni dati relativi alla posta elettronica dei deputati. Scriveva infatti l’evanescente “staff”: “Ad ora risultano meno di 30 persone che stanno utilizzando in modo continuo o la posta o il calendario”. “Meno di 30””.

La vicenda era stata ricostruita anche dal ilfattoquotidiano.it, che aveva dato conto del passaggio di server, dalla gestione di Massimo Artini (ai tempi dei fatti deputato M5s alla Camera) a quella di “un tecnico di una società esterna”. Nel passaggio però, sarebbero scomparse per un certo periodo le email dei singoli, mentre c’era il sospetto che fosse stato ceduto l’accesso dell’intera piattaforma a una terza persona. Vero è che, in generale, gli amministratori hanno normalmente accesso ai sistemi che gestiscono.

Grillo: “Mai avuto accesso” – Dal blog di Beppe Grillo, però, arriva la smentita: “Casaleggio Associati non ha mai avuto accesso al server in questione come già dichiarato – si legge online – Per quanto riguarda il grave attacco dal sedicente gruppo ‘hacker del Pd‘ che ha divulgato email dei parlamentari appena insediati – dal caso di Giulia Sarti fino all’annuncio di rendere pubblici messaggi di posta elettronica di deputati e senatori 5 Stelle – si sta ancora aspettando che vengano identificati e incriminati i colpevoli da due anni”. Poi risponde agli attacchi dem: “Viene il sospetto che essendo forza di opposizione il Governo e la Presidenza della Camera non stia dedicando sufficienti risorse per identificare i colpevoli di atti così gravi all’interno del Parlamento stesso”. E prosegue parlando di “fango pronto per essere tirato contro il MoVimento 5 Stelle” visto che “la paura sale per le amministrative“. Il comico, però, è pronto al contrattacco: “Anche le querele sono pronte e vengono inviate regolarmente – scrive -. Ogni tanto è necessario tuttavia fare anche qualche precisazione. Relativamente all’articolo del Foglio scritto da Salvatore Merlo (già oggetto di precedente querela per testi non veritieri e diffamanti sul MoVimento 5 Stelle e su Casaleggio Associati) si precisa e ricorda che i due fatti a cui si fa riferimento sono stati chiariti in modo pubblico all’epoca dei fatti”.

Guerini: “Brutta idea di democrazia” – Una polemica sulla quale interviene anche la presidente della Camera Laura Boldrini: “Se confermate, le notizie di stampa uscite stamattina sul controllo della posta elettronica messo in atto ai danni di deputati del M5S da società vicine al Movimento costituirebbero un fatto rilevante e grave, lesivo dei loro diritti. Valuteremo – conclude – in breve tempo se vi siano i presupposti per attivare le competenze di organi della Camera”.

Nel Pd, invece, dal vicesegretario Guerini a alla segreteria si parla di “watergate”, “spy story”, “gulag” e “spectre”. La vicecapogruppo alla Camera Alessia Morani chiede “subito un’indagine alla Camera sulla grave violazione democratica”, mentre il senatore Stefano Esposito annuncia che lunedì depositerà “un’ interrogazione” e si chiede se Casaleggio spii “solo” i parlamentari M5s. Solo loro?”. “Che Casaleggio fosse il vero, oscuro e nascosto capo del M5S era già chiaro – attacca Guerini -, ma è davvero inquietante leggere che spia i suoi parlamentari. La ‘Spectre’ al confronto sembra un’associazione di dilettanti“. E prosegue: “Questa è una brutta idea di democrazia, mentre noi siamo in mezzo alle persone a scegliere i candidati, lui mette in piedi sistemi per il controllo totale degli eletti del Movimento“. Per il vicesegretario Pd “se la vicenda venisse confermata – conclude – sarebbe una cosa gravissima, tale da mettere a repentaglio i principi democratici. Per di più con i soldi dei gruppi parlamentari, cioè dei cittadini”.

Emanuele Fiano, deputato del Pd e responsabile sicurezza del partito, parla di “un fatto di inaudita gravità” e sottolinea la necessità che “gli organi di controllo parlamentari e la stessa magistratura accendano un faro sulla vicenda. Ma, come nel caso di Quarto, stupisce il silenzio dei Cinquestelle. A partire dal direttorio e da Luigi Di Maio, tra l’altro vicepresidente della Camera”. Preferisce invece la definizione di “Kgb” il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura del Senato. “Casaleggio si è fatto il suo Kgb. Spiare i parlamentari e usare la corrispondenza per spaventare il dissenso sarebbero attività gravissime da fermare. Aspettiamo urgentemente chiarimenti dal M5S“. E infine Ernesto Carbone della segreteria dem twitta: “Casaleggio che spia i suoi parlamentari, un gulag online pagato coi soldi dei contribuenti, democrazia nella rete del guru #m5spy“.

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