“Mai visto uno così nella storia del basket”. Si è inchinato persino LeBron James, il suo primo avversario nelle ultime stagioni. Steph Curry sta rivoluzionando la pallacanestro: un nuovo fenomeno globale in un periodo di transizione per la Nba, alla ricerca di un erede di Kobe Bryant che si ritirerà a fine stagione. La potenza (anche mediatica) di Curry è nei numeri, rifiniti all’insù nella notte tra sabato e domenica, ancora una volta, durante la partita vinta 121-118 dai suoi Golden State Warriors contro gli Oklahoma City Thunders. Come? Grazie a una tripla da 9 metri, allo scadere del primo tempo supplementare. Curry l’ha segnata con una facilità devastante. E, per inciso, era la dodicesima della partita: record all time eguagliato, alla pari di Kobe Bryant e Donyell Marshall. La dozzina di tiri da tre segnati dal fenomeno dei Warriors ha portato a 288 il conteggio di triple a segno dall’inizio del campionato: altro record battuto – gli apparteneva, ca van sans dire – quando mancano ancora 24 partite all’inizio dei playoff. Irreale e divino, Curry sta provocando problemi non solo agli avversari di Golden State (55 vittorie, 4 sconfitte finora) ma anche ai programmatori di Nba2k, il più popolare videogame di pallacanestro al mondo. In un’intervista rilasciata negli scorsi giorni, i tecnici hanno spiegato che risulta molto difficile ricreare il suo stile di gioco a causa delle percentuali di tiro, che non conoscono “fette di campo” nelle quali scendono. Un dato per tutti: segna 64 volte ogni 100 tentativi da oltre 8 metri. È in atto una rivoluzione

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