“Bisogna fare presto, bisogna risolvere questa cosa prima che il ministro parta per le vacanze”. Mancano pochi giorni a Natale e Mirello Crisafulli è nervoso: il 18 dicembre, infatti, il prefetto di Enna Fernando Guida ha cominciato l’iter di commissariamento della fondazione Kore, che designa il presidente dell’omonima università cittadina, da sempre molto cara all’ex senatore del Pd.

Un procedimento che avrebbe portato all’azzeramento di tutte le cariche dell’Ateneo di Enna: Crisafulli lo sa ed è per questo che il 21 dicembre del 2015 telefona al suo amico Ugo Malagnino, ex parlamentare dei Ds, storico dalemiano e capo della segretaria particolare di Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno del Pd. Solo che, come spiega il quotidiano La Sicilia, Crisafulli è in quel momento intercettato dalla procura di Enna, che indaga sulla succursale dell’università rumena Dunarea De Jos di Galati aperta dall’ex parlamentare del Pd in città. È da quelle intercettazioni che nasce l’inchiesta a carico del ministro Angelino Alfano, del suo vice Bubbico, di Malagnino, Crisafulli e di Cataldo Salerno, presidente dell’Università Kore.

Quando Crisafulli dice a Malagnino “bisogna risolvere questa cosa prima che il ministro parta per le vacanze” per gli inquirenti si riferisce infatti al trasferimento del prefetto Guida. Passano 48 ore da quelle parole e in effetti il consiglio dei ministri richiama il prefetto di Enna, spostandolo a Isernia ed evitando di nominare il suo successore. Un trasferimento assolutamente inatteso: Guida, infatti, era arrivato in Sicilia nel gennaio del 2014, meno di due anni prima, e cioè il termine minimo utilizzato normalmente prima di destinare ad altro incarico i prefetti. Quella mossa, in pratica, puntava a neutralizzare il commissariamento della fondazione Kore, che però alla fine è stata ugualmente “decapitata” dalla vice prefetto vicario di Enna Tania Giallongo.

“Vi sono stati dei contatti tra Crisafulli e gli ambienti romani per far trasferire con grandissima urgenza il prefetto Guida”, dice l’ex procuratore ennese Calogero Ferrotti, che il 30 dicembre 2015, pochissimi giorni prima di andare in pensione, ha spedito alla procura di Roma un rapporto sul caso della rimozione del prefetto. Passano trenta giorni e il procuratore aggiunto capitolino Francesco Caporale, insieme al sostituto Roberto Felici inviano il fascicolo al tribunale dei ministri: oltre all’ex impresentabile del Pd e al suo amico Malagnino, viene, infatti, ipotizzato l’abuso d’ufficio anche per i due più alti vertici del Viminale. “Per me – dice sempre Ferrotti all’Ansa – le posizioni più chiare erano quelle di Crisafulli e Malagnino, che sono compagni di partito, appartenevano alla stessa corrente e sono molto amici. Nelle intercettazioni i due dicono che lo spostamento di Guida andava fatto in tempi brevissimi, entro Natale, perché poi Alfano sarebbe partito per le vacanze. Millanterie? Potrebbe darsi. Eppure le date e la successione degli eventi inducono a pensarla diversamente. Tanto più che alla fine ci sono state pure le telefonate di congratulazioni. Poi c’era da approfondire il ruolo di Alfano e Bubbico, ma ci sono state anche altre posizioni che però non sono state chiamate in causa”.

Il riferimento è per l’ex senatore di Forza Italia Pino Ferrarello, suocero di Giuseppe Castiglione, sottosegretario all’Agricoltura del Nuovo Centrodestra, che secondo gli inquirenti sarebbe il “canale” scelto da Crisafulli per mettersi in contatto con Alfano. E mentre per il leader del Nuovo Centrodestra arriva la richiesta di dimissioni (e la promessa di una mozione di sfiducia), Ernesto Carbone, il commissario inviato da Renzi a Enna, si è affrettato a prendere le distanze da Crisafulli. “Il Pd di Enna – ha detto il parlamentare – è stato commissariato a ottobre 2015. Il primo atto del commissario è stato l’azzeramento del tesseramento del 2015 e quindi a oggi Vladimiro Crisafulli non risulta essere iscritto al Partito Democratico”. Nessuna parola da parte dei vertici del Pd è arrivata invece sulle posizioni di Bubbico e Malagnino. E tanto meno sul prezioso alleato Alfano.

Twitter: @pipitone87

Articolo Precedente

Street art, il giudice su condanna AliCè per imbrattamento: “Il valore dell’arte non è un parametro”

next
Articolo Successivo

Intercettazione Crocetta, chiesto il rinvio a giudizio per i giornalisti de L’Espresso

next