Nuovo colpo scena nella vicenda della morte di Stefano Cucchi, il geometra romano che nel 2009 ha perso la vita in ospedale una settimana dopo il suo arresto per droga. E’ slittato al 24 marzo prossimo l’inizio dell’indicente probatorio che avrebbe dovuto iniziare giovedì a Bari per accertare la natura, l’entità e l’effettiva portata delle lesioni subite dal ragazzo, nell’ambito della cosiddetta ‘inchiesta bis’ che vede indagati cinque carabinieri, tre per lesioni aggravate e abuso di autorità e due per falsa testimonianza.

Il gip di Roma Elvira Tamburelli ha deciso lo stop per dare il tempo alla procura capitolina di valutare un esposto della famiglia di Stefano contro l’ordinario di Medicina legale dell’Università di Bari Francesco Introna, a capo del collegio dei periti, di cui fanno parte anche Franco Dammacco (Clinico medico emerito dell’Università di Bari), e i dottori Cosma Andreula (neuroradiologo Anthea Hospital di Bari) e Vincenzo D’Angelo (neurochirurgo della Casa ‘Sollievo della sofferenzà di San Giovanni Rotondo). Mercoledì Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, aveva attaccato la scelta di Introna scrivendo su Facebook: “La morte di Stefano è diventata un simbolo di prevaricazione e di applicazione della legge del più forte senza se e senza ma. A che cosa serve tutto questo se poi viene chiamato a giudice supremo della morte di mio fratello un perito iscritto alla massoneria? Con tutto il rispetto per la massoneria. Ma se un magistrato non può essere iscritto alla massoneria, perché il perito che dovrebbe decidere la causa di morte di Stefano è giustamente iscritto alla massoneria? Mio fratello è morto perché pestato violentissimamente. Punto e basta”.

L’esposto è stato presentato alla procura di Roma, stando a indiscrezioni, per motivi connessi alla situazione che si è creata dopo la decisione del capo dei consulenti di parte civile Vittorio Fineschi di rinunciare all’incarico per motivi personali legati anche all’inimicizia con lo stesso Introna. Tutto rinviato quindi al prossimo 24 marzo, in attesa che la procura faccia conoscere le sue determinazioni sull’esposto.

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