È stato nominato da neppure 24 ore e già il presidente della Corte costituzionale Paolo Grossi è al centro di una polemica che è arrivata al Consiglio superiore della magistratura. Aldo Morgigni, consigliere togato di Autonomia e Indipendenza ha depositato questa mattina in plenum una richiesta di chiarimenti sulla frase sotto accusa di Grossi, riportata da tutti i media: “L’inammissibilità era palese, si trattava di una piccola questione e di un giudice che non sa fare il suo mestiere”, riferendosi alla pronuncia di inammissibilità su un ricorso del tribunale per i minorenni di Bologna che, secondo la Corte, ha trattato come adozione internazionale un’adozione stabilità da un a legge straniera ( Usa) di una coppia omosessuale straniera (Usa).

“Si tratta verosimilmente – ha scritto Morgigni – di un fraintendimento poiché è inverosimile che una delle più alte cariche dello Stato abbia rilasciato queste dichiarazioni su una questione peraltro tecnica e involgente delicatissimi interessi individuali”. Inoltre, Morgigni ha rimarcato che il Tribunale per i minorenni “è composto per metà da cittadini estranei alla magistratura, che costituiscono diretta espressione giudiziaria della sovranità popolare”. Ed ecco la richiesta al Comitato di presidenza del Csm: “Chiedo che il Consiglio, attraverso gli opportuni interventi istituzionali, consenta alla Corte costituzionale di ribadire il suo pieno e costante sostegno a tutela del prestigio dell’intera magistratura”. Ancora più diretto il comunicato del gruppo a cui appartiene Morgigni , presieduto da Piercamillo Davigo: la frase del presidente Grossi “ se vera, delegittima l’operato dei giudici in una stagione nella quale sarebbe necessario da parte di tutti i rappresentanti istituzionali salvaguardare il prestigio della magistratura agli occhi dei cittadini”.

Dalla Corte si vuole spegnere qualsiasi polemica e, come sempre nei casi di gaffe istituzionali, si parla di “fraintendimento”.
Alcune fonti ci dicono che “il presidente Grossi è stato male interpretato. Il suo intervento ha inteso mettere in evidenza che la Corte non poteva entrare nel merito della vicenda di Bologna perché il Tribunale per i minori aveva sbagliato normativa”. E la frase sul giudice? “Nessuna venatura critica nei confronti del giudice – sostengono le fonti della Corte – il presidente ha stigmatizzato solo l’errore palese di impostazione dell’ordinanza con la quale ci si è rivolti alla Corte, cosa che non è affatto rara, dato che il sistema normativo italiano è particolarmente complesso”.

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