Sifr, wahid, ‘ithnan, thalatha, ‘arba^a. Ora di lezione d’arabo. Impariamo i numeri. Potrebbe essere questa la soluzione ai problemi legati all’immigrazione. A lanciare questa idea in Germania non è l’islamista di turno o qualche musulmano ma Thomas Strothotte, eccellenza dell’informatica tedesca e presidente dell’Università di Amburgo. Intervistato dal settimanale tedesco Die Zeit, il professore avrebbe detto che l’insegnamento della lingua araba dovrebbe essere reso obbligatorio nelle scuole dalla prima elementare fino alla maturità. Un’idea con una finalità precisa: rendere la Germania un Paese plurilinguistico. Dichiarazioni riprese anche dallo Spiegel e da altri giornali tedeschi, ma non solo. La proposta è destinata a far discutere a lungo.

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In realtà imparare l’arabo converrebbe a tutti. Lo spiega bene anche il presidente dell’Università di Amburgo convinto che in questo modo fin da piccoli i bambini si abituerebbero ai cambiamenti della Germania e dell’intero pianeta. Un processo che porterebbe persino a favorire l’economia: il mondo arabo potrebbe diventare il principale partner economico, commerciale e culturale di Berlino.
Una visione profetica che va ben al di là dell’oggi, della miopia di chi non ha una visione strategica e preferisce vedere il processo migratorio solo come un problema e non come una possibile risorsa.

In Italia lo hanno capito per prime le suore di una scuola paritaria all’avanguardia come l’istituto Marcelline Tommaseo che giovedì presenteranno la prima certificazione in assoluto della lingua araba in Italia. Una vera svolta dettata, come in Germania, non tanto da un atto di fratellanza ma da una capacità di guardare oltre la contingenza: “La lingua araba – spiegano i promotori della certificazione che si atterrà ai criteri e ai canoni stabiliti dalla Comunità Europea – è sempre più presente nei contesti professionali e formativi del nostro Paese e certificarne il livelli di conoscenza sta diventando un’esigenza pressante”.

Pensare che i nostri ragazzi oltre all’inglese, imparino anche l’arabo o una delle altre lingue più parlate al mondo, non dovrebbe stupire nessuno. Sapere l’arabo permetterebbe ai nostri ragazzi, anche in Italia, di conoscere meglio un’altra cultura, di sviluppare interessi diversi, di guardare con attenzione al Medio Oriente ipotizzando percorsi di studio anche in queste aree del mondo. Chi è nato nel 2000, conosce molte meno barriere della nostra generazione e dev’essere pronto a vivere in un contesto plurilinguistico. Le Nazioni Unite, dal canto loro, hanno scelto sei lingue ufficiali nelle quali i documenti devono essere tradotti: alle tre più diffuse si aggiungono l’arabo, il russo e il francese.

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