Nell’immaginario collettivo ci sono poche cose che rappresentano l’idea di vigore e mascolinità, forza e testosterone quanto i militari. E naturalmente il non plus ultra sono quelli americani. Nei film a eterna gloria come Rambo o Salvate il soldato Ryan, da Apocalypse Now a Platoon, passando per i più recenti The Hurt Locker e American Sniper, le forze armate statunitensi sintetizzano l’ideale dell’uomo imbattibile e macho.

Ecco perché le immagini di qualche giorno fa del bacio tra una coppia di militari gay, subito dopo le loro nozze celebrate in Missouri, hanno fatto il giro del mondo e hanno sfatato l’ultimo tabù. Un tabù che fino al settembre 2011, data dell’abrogazione da parte della Corte Suprema della legge del 1993 Don’t ask, don’t tell, proibiva a gay e lesbiche dichiarati di entrare a far parte del servizio militare. La foto dei due ragazzi in uniforme blu e capelli cortissimi è stata salutata come un evento storico, soprattutto in un paese militarizzato come gli Stati Uniti.

Congrats to AMPA members Cody & Shane! #JustMarried in Springfield, Missouri!www.MilitaryPartners.org

Pubblicato da The American Military Partner Association su Giovedì 11 febbraio 2016

Un grande passo quindi. E’ ovvio che essere gay in America non diventerà improvvisamente più facile ovunque, soprattutto se dovesse entrare in Pennsylvania Avenue gente come Cruz o Trump. Il Sud reazionario resta attaccato ai precetti cristiani e della destra conservatrice, e in generale la diversità sarà sempre qualcosa a cui la gente fatica ad adattarsi, oltreoceano come nel resto del mondo. Emerge tuttavia una volontà politica e sociale di combattere in favore del rispetto dell’identità di tutti. Non stupisce quindi l’immediata e inderogabile decisione di Nike di scaricare il pugile Manny Pacquiao, di cui era sponsor, da ogni contratto in essere dopo le dichiarazioni omofobe dell’atleta in cui definiva i gay “peggio degli animali”.

Cosa succede a casa nostra?

Niente. O meglio, si cerca di cambiare tutto affinché nulla cambi. Come sempre.

Siamo il paese delle grandi opere mai terminate, dei processi caduti in prescrizione, della mafia a capo dello Stato, dei femminicidi ogni due giorni, dei decreti salva banche, delle statue di nudo coperte, dei cervelli in fuga, dei Presidenti del Consiglio ganzi che citano ad cazzum.

Un primato ci è rimasto: siamo rimasti l’unico paese occidentale a non riconoscere ancora le coppie omosessuali. E se riusciremo a restare gli unici in proprio tutta l’Europa, scalzando anche paesi come la Russia, saranno distribuite gratuitamente sessanta milioni di statuette benauguranti in formato reale di Don Livio Fanzaga.

Dopo lo stallo in cui si è incorsi in settimana sulla votazione del decreto Cirinnà è accaduto quello che riesce meglio al Parlamento italiano: posticipare tutto in modo da cercare nuove alleanze, accordi sottobanco last minute e digestione carne di canguro. Il tempo sul destino delle unioni civili è contato, il futuro incerto come sempre.

Qualunque cosa accada, canguro o meno, gli italiani digeriranno con abulica rassegnazione tutto quel che verrà come sempre fu, in saecula saeculorum.

L’America non è affatto la terra dei giusti ma ora come ora, sentirsi orgogliosi di essere italiani è diventato pressoché impossibile.

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