Da Le Monde al New York Times, passando per l’argentino El Clarín e la Bbc, la morte di Umberto Eco è sulla prima pagina dei siti dei principali quotidiani del mondo, che lo ricordano soprattutto come l’autore de Il Nome della Rosa. “I suoi libri erano al tempo stesso storie avvincenti ed esercizi filosofici ed intellettuali”, scrive il Washington Post, mentre Le Monde sottolinea che “Il nome della rosa” ha assicurato a Eco “una notorietà quasi universale”. Per il New York Times era “un accademico da best seller che navigava in due mondi” che “ha cercato di interpretare le culture attraverso i loro segni e simboli, con parole, icone religiose, spartiti”. Il quotidiano newyorkese celebra lo scrittore “capace di fondere due mondi, quello accademico e quello letterario senza mai perdere il contatto con il pubblico e la realtà”.

Il Guardian lo descrive come “gigante della filosofia e del mondo accademico”, uno dei “nomi letterari più venerati al mondo”. Il giornale britannico ricorda poi l’intervista fatta a Eco a Londra nel 2015: “Credo che un autore deve scrivere ciò che il lettore non si aspetta. Il problema non è quello di chiedere di cosa hanno bisogno ma di cambiarli, per produrre noi il tipo di lettore che si desidera per ogni storia”, aveva spiegato Eco illustrando il suo approccio alla lettura.

“Eco è stata una presenza costante e imprescindibile della vita culturale italiana dell’ultimo mezzo secolo” scrive il quotidiano spagnolo El Pais secondo cui “ripercorrere la vita e la carriere di Eco significa ricostruire un pezzo importante della storia culturale non solo italiana”. “Se la curiosità e il campo di indagine di Umberto Eco conoscevano pochi limiti, la costante della sua analisi resta la volontà di vedere il senso là dove si sarebbe tentati di non vedere altro che fatti”. Scrive dalla Francia Le Monde nel dare la notizia della morte dello scrittore: “Filosofo destinato a essere inserito nella super selettiva Library of Living Philisophers, Eco sembra promesso anche a una posterità da romanziere. Una sorta di Pico della Mirandola, colui che il medievalista Jacques le Goff chiamava ‘il grande alchimista“, conclude il quotidiano francese. Ma a ricordare Eco sono anche mondi più lontani come l’argentino El Clarín e l’indiano Hindustan Times. ”

 

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