Un gruppo di scrittori, giornalisti, intellettuali, operatori del mondo della cultura e del mare ha proposto con una lettera appello all’Accademia di Svezia il Nobel per la letteratura per Predrag Matvejevic nato a Mostar, autore dell’indimenticato Mediterraneo un nuovo Breviario e Pane nostro. Egli non solo ci ha regalato occhi nuovi per guardare al Mediterraneo, ma in tutte le sue opere ha cercato di dirimere le fratture (così nella tragedia dei Balcani), alimentare la coesione. Il suo sguardo attento e lungo, ahinoi inascoltato, aveva preconizzato cosa avviene oggi nel Mediterraneo, e solo per questo meriterebbe il Nobel che qui si propone. Ciò che tutti possiamo e dobbiamo fare è non dimenticare le sue parole, trarne insegnamento, scolpirle per sempre nell’animo, ora che lui, in precarie condizioni si salute, non può porgerle con la sua voce ferma e incantatrice, come le onde del mare che sempre ritornano. Lasciamo ancora una volta il messaggio alle sue parole riprendendo una intervista che gli facemmo in un nostro blog nel 2011 alla luce della “primavera araba” 

Lettera di candidatura al Nobel di Predrag Matvejevic 

Predrag Matvejevic è la sintesi dell’Europa, anche dell’Est, che si riconosce nel Mediterraneo e nella sua storia: nella sua vita, nella sua famiglia, nella sua opera letteraria e politico-letteraria, ai tempi della cortina di ferro, si ritrovano quasi tutte le etnie, le religioni, le nazionalità e le culture che oggi come ieri, qualcuno vuole trasformare in ragione di conflitto. Tutta l’opera di Matvejevic, ma in particolare il suo impareggiabile Breviario Mediterraneo, ripercorre quelle differenze presunte, mostrandone, come forse nessuno ha fatto, oltre lui e Braudel, quanto siano nostre, di tutti; mutandole, così, in ragioni di convivenza, arricchimento, scambio.

Ma, soprattutto, a Matvejevic si deve una concezione poetica altissima, che fonde la sua capacità di sentire con quella di capire i luoghi e le genti della sua Europa: egli ha elaborato la teoria della “geopoetica”, intendendo che sono i luoghi, sedimentando storia e sentimenti di tanti popoli, che emanano poesia; i poeti non la creano, quindi, ma semplicemente, con la loro maggiore sensibilità, la colgono e la “traducono” con i loro versi, mettendola a disposizione degli altri.

L’immensa modestia di Predrag ne nasconde il valore. La modestia è una grande virtù; portata all’esagerazione, è un delitto, perché danneggia il bene.

I fatti di questi giorni, e più in generale di questi anni, rendono tragicamente attuale l’ammonimento di Predrag Matvejević: “Sono immense le incongruenze che hanno contrassegnato le diverse civiltà e culture del Mediterraneo, vecchie e nuove” e continua aggiungendo che “lo tradiamo accostandoci ad esso da punti di vista eurocentrici”. Perciò rimane di grande attualità, diremmo obbligatoria per tutti coloro che hanno a cuore una pacifica e fruttuosa convivenza mediterranea, la rilettura di “Mediteranski Brevijar”, pubblicato nel 1987 in serbo-croato e tradotto poi in francese, italiano e in tante altre lingue. In quei lontani anni Ottanta, gli occhi europei erano tutti rivolti a est, dimentichi del sud, che per l’Europa corrisponde con il Mediterraneo, “il mare della vicinanza”. Una vicinanza che per non rivelarsi conflittuale, deve praticare l’ascolto e accettare la convivenza nella diversità, storica, politica e religiosa. Questo è innanzitutto il primo insegnamento di “Mediterraneo. Un nuovo breviario”. Ma ancora dieci anni dopo, al Collège de France, malgrado la caduta del Muro, le tragedie balcaniche e l’esodo albanese, Matvejević ribadiva inascoltato che “L’immagine che ci offre il Mediterraneo non è affatto rassicurante”, invitando perciò tutti a conoscere e valorizzare “modi di essere e maniere di vivere comuni o avvicinabili, a dispetto delle scissioni e dei conflitti”.

Può essere sufficiente un libro per candidare al Nobel l’autore? Noi crediamo di sì.

Ma se ciò non bastasse, allora aggiungiamo il valore letterario e culturale, antropologico e storico, di tutti gli altri suoi libri, tra cui ci limitiamo a ricordare: “Epistolario dell’altra Europa”, “Mondo Ex: confessioni”, “Tra asilo ed esilio”. I titoli sono già sufficienti per riassume la tensione morale di Matvejević, volta alla comprensione dell’alterità culturale. In ultimo, “Pane nostro”, può essere letto anche come un manifesto della condivisione del più necessario e sacro degli alimenti dell’uomo.

Avanziamo perciò la candidatura al Premio Nobel per la Letteratura a Predrag Matvejević, nato a Mostar e cresciuto sulle rive del Mediterraneo che ha magistralmente narrato, guardando con grande attenzione e sensibilità genti e culture dei tre continenti che lo bagnano.

Comitato promotore

Pino Aprile giornalista e scrittore; Nicolò Carnimeo docente universitario e scrittore; Giulia D’Angelo (giornalista e scrittrice); Fabio Fiori (scrittore); Fabio Pozzo (giornalista e scrittore)

Primi firmatari

Cesare Accetta (artista); Filippo Angelucci (docente universitario); Laura Angiulli (regista); Massimo Angrilli (docente universitario); Monica Ardemagni (Project Manager Advocacy Programme – ICCROM); Pier Paolo Balbo (docente universitario); Donatella Bianchi (presidente WWF giornalista e scrittrice); Maurizio Bizziccari (giornalista); Michele Capasso (Fondazione laboratorio Mediterraneo Napoli); Alessandro Cassinis, (direttore Il Secolo XIX);  Luisa Chiodi (direttrice Osservatorio Balcani e Caucaso); Antonio Alberto Clemente (professore universitario);  Maurizio De Giovanni (scrittore); Giuseppe De Tomaso (Direttore Gazzetta del Mezzogiorno); Antonio Di Natale (ICCAT); Matteo di Venosa (ricercatore e docente); Matteo Dusconi (Direttore Assonautica Italiana); Jaime L. Enseñat Benlliure (avvocato); Silvio Ferrari (scrittore, traduttore); Marco Firrao (editore Libreria Il mare); Luigi Fozzati (docente di archeologia Soprintendente Trieste); Giuliano Gallo (giornalista e scrittore); Raffaele Giannantonio (docente universitario); Rosalba Giugni (Presidente Marevivo); Cristina Giussani (editore Mare di carta); Davide Gnola (direttore Museo della Marineria Cesenatico); Ennio Grassi (saggista e critico letterario); Mimmo Jodice, (artista); Helena Kaloper (traduttrice, poetessa); Tiziana Krause-Jackson (accademia cucina Madrid); Oscar Iarussi (giornalista e saggista); Cosimo Lacirignola, (segretario generale Ciheam Iamb); Valeria Li Vigni (direttore Museo Palazzo Belmonte Riso Palermo); Claudio Magris (scrittore); Stefano Manferlotti (docente universitario); Giuliana Manfredi (consulente editoriale); Stefano Medas (archeologo navale); Rosario Pavia (docente universitario); Silvio Perrella (giornalista e scrittore); Andrea Plebe (giornalista); Folco Quilici (scrittore); Sergio Romano (giornalista e scrittore); Enrica Simonetti (giornalista e scrittrice); Maurizio Scaparro (regista); Giovanna Scianatico (docente universitario, direttore Centro Studi sul viaggio adriatico); Pietro Spirito (giornalista e scrittore); Ercole Sori (docente universitario); Luca Tamagnini (fotografo); Stasa Tensek (ICCAT); Sebastiano Tusa (archeologo e Soprintendente del mare Sicilia); Alberto Ulisse (docente universitario); Antonio Felice Uricchio (Rettore dell’Università di Bari); Lucio Zazzara (professore universitario)

Chi vuole sottoscrivere la lettera può scrivere una mail a nobelpermatvejevic@gmail.com indicando nome cognome e qualifica. Qualora lo si desideri si può aggiungere un pensiero che si farà recapitare allo scrittore.
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