Ognuno di noi ha dei ricordi che custodisce gelosamente, avvenimenti che hanno segnato il nostro destino e plasmato il nostro essere. Queste memorie sono inevitabilmente collegate tra loro attraverso un filo conduttore, così labile e allo stesso tempo indissolubile, metafora della fragilità della nostra stessa esistenza.

Unravel attinge a questa tematica per sviluppare un platform originale, magico, in grado di narrare una storia riguardante l’amore, la solitudine e le gioie della vita tramite Yarny, tenera creatura di lana rossa che si avventura tra i ricordi di un’anziana signora cercando di ricostruire il suo passato, costellato da avvenimenti più o meno piacevoli. Così, mentre i primi livelli ci catturano immediatamente con la loro atmosfera rilassante e con ambientazioni da favola, potremo presto ritrovarci nel bel mezzo di una violenta bufera di neve, tanto forte da poterci spazzare via con un soffio.

Unravel colpisce immediatamente con il suo realismo, merito del team di Coldwood Interactive che ha saputo trasporre magistralmente l’incantevole panorama nordeuropeo, trasportando Yarny in un viaggio tra maestose foreste svedesi e verdi praterie incontaminate dall’uomo. Proprio questi paesaggi, così belli da sembrare surreali, contribuiscono a creare quel senso di appartenenza al gioco che permette di sentirci parte integrante della storia, lasciandoci avvolgere da un’atmosfera rilassante, quasi onirica.

Le meccaniche di gioco sono tanto semplici quanto geniali: il buffo mostriciattolo fatto di lana può utilizzare il proprio corpo per farsi largo tra le mille insidie che la natura nasconde, risolvendo gli enigmi presenti nei diversi livelli proprio grazie al filo rosso dal quale è composto. Egli, infatti, non è solo in grado di trascinare massi, lattine arrugginite e frutti, ma può servirsi del filo per creare ponti, trampolini oppure scalare alberi e pareti rocciose aggirando gli ostacoli che incontra sul suo cammino. La lana, però, si esaurisce ben presto e dovremo necessariamente attingere ad alcuni gomitoli posizionati in punti precisi del gioco per poter proseguire; questi fungono anche da checkpoint e ci permettono di escogitare un percorso alternativo qualora non riuscissimo a raggiungere il punto di salvataggio successivo a causa di qualche nodo in eccesso. Ed è proprio questo uno dei punti di forza del gioco: Unravel ci porta a riflettere sul percorso migliore da seguire, ci permette di valutare con attenzione le nostre scelte.

In altre situazioni, invece, il team di Coldwood Interactive ci propone puzzle piuttosto semplici da risolvere, appiattendo conseguentemente l’esperienza di gioco. Il titolo, purtroppo, non presenta una difficoltà progressiva limitando l’effetto sorpresa ai primissimi capitoli, nei quali vengono svelate tutte le peculiarità del gameplay. Eccezion fatta per un paio enigmi che ci hanno impegnato più a lungo, ciascun livello propone le stesse, identiche meccaniche incontrate durante le nostre prime esplorazioni.

Tuttavia, queste imperfezioni vengono in parte mitigate dalle stupende ambientazioni realizzate dagli sviluppatori e, allo stesso modo, la precisa scelta di escludere dal gioco qualsivoglia forma di dialogo contribuisce a creare quell’atmosfera magica, al confine con la dimensione onirica, dove i ricordi non sono mai vividi ma evanescenti, quasi surreali, tanto da permettere ai giocatori di collegare l’esperienza vissuta con Unravel ad alcuni momenti della propria vita. Anche la colonna sonora è stata in grado di regalarci più di un brivido con le sue melodie calme e pacate che si tramutano ben presto in ritmi più veloci e incalzanti, accostati agli attimi più intensi della nostra avventura. L’opera di Coldwood Interactive vuole catturare il giocatore e ci riesce magistralmente attraverso la sua storia, la colonna sonora e lo splendido fotorealismo dei paesaggi; difficile pensare di intraprendere questo viaggio senza uscirne emotivamente scossi.

A cura di Agnese Carluccio

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