“Il Family day? E’ contro il Vangelo. Tutte le forme di amore hanno il sacrosanto diritto di essere regolarizzate”. Mentre a Roma continuano le polemiche per lo slittamento del voto sulle unioni civili, don Alessandro Santoro continua la opera in periferia di Firenze: operaio di mattina, sacerdote nel pomeriggio. Il prete ha fondato la comunità delle Piagge dove insieme a operatori e volontari porta avanti progetti editoriali, di finanza solidale, microcredito e un’officina per il riuso. Da molto tempo don Santoro ha deciso di aprire le porte del suo centro a tutti, senza discriminazioni: ha battezzato bambini con due padri o due madri, accolto famiglie arcobaleno, dato la benedizione a coppie gay. “Credo che questo sia coerente con l’insegnamento del Vangelo“. Per questo oggi rappresenta “l’altra chiesa”, quella che ogni giorno lavora per il riconoscimento dei diritti lgbt, e che così facendo si ritrova sempre più distante dalle posizioni cattoliche ufficiali. “Sono molto infastidito da questo dibattito sulla cosiddetta famiglia tradizionale. Si continua a dire che non esistono altre famiglie volute da dio, ma questo non è scritto da nessuna parte. Il fondamento principale della famiglia e dei rapporti è nell’amore”. Il prete, originario di Livorno, si dice poi favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, alle adozioni e al metodo della gestazione per altri, ma solo se “gratuito e legalizzato”. “I cattolici sono pronti? Quelli che hanno la capacità di capire che prima della chiesa come istituzione vengono Gesù e il Vangelo sì. Anzi, non solo sono pronti, ma sentono anche naturale che la società vada in una determinata direzione” di Giulia Zaccariello
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