Gazzarra infuocata tra la senatrice Pd Monica Cirinnà e il vicecapogruppo del M5S al Senato, Carlo Martelli, durante Omnibus, su La7. Il tema del dibattito è la legge sulle unioni civili: a riguardo, la senatrice dem ribadisce la sua delusione per il M5S e gli accordi con alcuni esponenti del movimento, come Airola: “Ho ancora sms sul mio cellulare, mail e accordi limpidi fatti in Commissione, dove noi abbiamo votato con Sel e M5S quel testo. Siamo andati avanti per due anni su quell’accordo, che è saltato all’ultimo minuto su uno strumento regolamentare come il canguro. Quest’ultimo poteva essere accantonato in questo caso, perché portava con sé un dato valoriale importante: salvare la legge dal Vietnam degli emendamenti pessimi, minatori e sovversivi dei colleghi che non vogliono la legge stessa”. Martelli esprime critiche severe sugli accordi tra la senatrice Cirinnà e i suoi colleghi del M5S: “Se è vero, è gravissimo che qualcuno nel nostro gruppo abbia promesso, garantito o preso accordi, perché è il gruppo che decide. E’ stato Airola? Io della stampa mi fido poco”. La discussione si inasprisce sul rinvio del ddl Cirinnà ed esplode quando si discute sulle contestazioni di alcuni attivisti Lgbt a Taverna e Airola nel Transatlantico. “C’erano bandiere dei giovani democratici” – osserva Martelli – “Mi chiedo quanto fosse vera questa contestazione”. “Veramente le bandiere in Transatlantico non sono ammesse”, ribatte Cirinnà. Il parlamentare M5S obietta: “In ogni caso, quei contestatori non sono un campione rappresentativo degli italiani. Ogni cittadino non può pensare che un portavoce, come me, debba fare quello che vuole lui. Il portavoce è quello che raccoglie la volontà di tutti. E noi abbiamo raccolto la volontà di tutti con una votazione online, che però, preciso, essendo io matematico, contesto perché non doveva essere fatta così. E’ successo, ma in ogni caso noi avevamo già raccolto i voti”. E ammonisce Cirinnà: “Dite che sono mancati i nostri voti, ma voi avete contato male”. “Abbiamo contato i voti della Commissione” – replica la senatrice Pd – “e voi avete votato in Commissione con Buccarella, Giarrusso, Cappelletti”. “Tre persone in commissione non rappresentano il M5S” – spiega Martelli – “Se hanno fatto questo hanno sbagliato, perché sono comunque dei portavoce che hanno agito in totale buona fede, ma dovevano confrontarsi col gruppo e coi cittadini. La semantica è importante”. “Martelli, lascia perdere la semantica e i numeri” – insorge Cirinnà – “il Parlamento è il Parlamento. Se un gruppo vota in Commissione, poi secondo te non vota in Aula? Buccarella è stato il vostro capogruppo e ha votato il testo in Commissione”. “Ora il capogruppo si chiama Nunzia Catalfo”, risponde Martelli, guadagnando una risata sconsolata della senatrice dem. Lo scontro continua ancora per vari minuti sul voto segreto e Cirinnà sbotta: “Martelli, studiati il regolamento e leggiti gli emendamenti, ti prego. Tu sei fuori. Io del M5S non mi fido assolutamente più

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