Non capisco l’atteggiamento che, nel centrosinistra, si sta manifestando nelle ultime ore nei confronti delle primarie del MoVimento 5 Stelle per la candidatura a sindaco di Roma. O meglio lo comprendo, ma da persona vicina ai movimenti (promotore delle prime primarie online in Italia), non posso davvero condividerlo. Ironizzare su 200 cittadini che si sono messi a disposizione della città con faccia, nome e cognome, per me, è un po’ superficiale.

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Ad essere onesti non so quanti volti sarebbero in grado di trovare gli altri partiti se attuassero una campagna come quella dei grillini. E se anche ci riuscissero quelle facce riuscirebbero a trasmettere la stessa credibilità e pulizia delle videocandidature dei 5 stelle? Badate bene, quando parlo di credibilità non mi riferisco certo ai curricula dei candidati (alcuni dei quali senz’altro discutibili), ma alla convinzione che essi trasmettono, all’orgoglio con cui propongono le loro candidature.

No, nessuna sviolinata a Beppe Grillo e sostenitori. Il mio è piuttosto un segnale di allarme per un centrosinistra che si dimostra troppo sicuro di sé, al punto di commettere un errore gravissimo: sottovalutare l’avversario. Ricordate il Berlusconi che dava del “coglione” ai suoi detrattori? Tutti noi lo abbiamo criticato perché invece che confrontarsi con gli avversari sui programmi li derideva. Non vorrei che si commetta lo stesso errore con i video del Movimento.

La politica è contenuto: puntare il dito verso chi sta dall’altra parte, anziché esporre il proprio pensiero, significa, alla lunga, far comprendere al cittadino che non c’è altro, oltre a belle parole ben esposte. La mia candidatura a sindaco di Roma serve anche a questo; a cercare di rimettere in evidenza contenuti finiti nel dimenticatoio perché forse poco adatti ad hashtag o urla televisive, ma con i quali adesso dobbiamo fare i conti.

Si rideva quando parlavamo di utilizzare i dissuasori elettronici sul lungotevere, ma poi ci siamo trovati con la capitale bloccata a causa degli escrementi degli storni. Per non parlare dei livelli di inquinamento che hanno oltrepassato da tempo i limiti umanamente consentiti e che vengono goffamente contrastati con insulsi blocchi automobilistici di qualche ora, che creano più disagi che benefici. E poi gli allagamenti a causa della cementificazione schizofrenica, la diminuzione delle aree verdi in rapporto al numero di abitanti, gli sprechi energetici… Sono tutti temi che si collegano alla vita dei romani e che dall’essere banalizzati sono divenuti i principali problemi con cui i cittadini si ritrovano ad avere a che fare.

Roma ha problemi ben più grossi di 200 video. Anzi, 200 persone che decidono di metterci la faccia sono una bella notizia per la politica. Forse, anziché perdere tempo con dichiarazioni e tweet pungenti, bisognerebbe utilizzare quello stesso tempo per ascoltare le loro ragioni e per comprendere come mai quei 200 volti sono finiti su internet a chiedere qualcosa di diverso da quel che fin qui la politica gli ha offerto.

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