L’inchiesta sulla sanità lombarda che ha portato agli arresti il consigliere regionale, Fabio Rizzi, valica i confini regionali e nazionali per lambire anche il Brasile. E con il Paese sudamericano, il potente gruppo Techint della famiglia del presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, le cui attività spaziano dalle infrastrutture in cui primeggia negli appalti pubblici lombardi, alla sanità, passando per le ex acciaierie Dalmine. Tutto nasce con l’iniziativa promossa da Rizzi per la cooperazione tra la Regione e lo stato brasiliano del Goiás. Obiettivo: la costruzione della prima struttura ospedaliera dedicata ai bambini utilizzando l’esperienza del sistema sanitario lombardo. In pratica un ospedale pediatrico sul modello del milanese Buzzi. Il contraltare sarebbe stato l’avvio di una partnership tra le due istituzioni che favorisse l’inserimento delle imprese italiane nel mercato brasiliano. Al momento della firma del protocollo d’intesa, nel 2014, il presidente della commissione Sanità della Regione aveva parlato di un progetto ambizioso che si sarebbe concretizzato grazie alla regia “di una delle nostre migliori eccellenze in ambito sanitario come gli Istituti Clinici di Perfezionamento”. Rizzi aveva sottolineato anche il “lavoro straordinario, reso possibile grazie alla reciproca volontà delle parti che, in ambiti diversi, potranno trarre vantaggio da un intento umanitario di assoluto valore scientifico e sociale”. Perché “il diritto alla salute è un bene che deve superare ogni confine e la collaborazione che nasce oggi potrà essere la prima di diversi progetti verso settori anche differenti da quello sanitario”.

Dietro le quinte, però, le cose erano ben più complesse. “Dalle intercettazioni telefoniche e dal complessivo tenore delle indagini emerge inequivocabilmente che i due indagati (Rizzi e il suo factotum Mario Valentino Longo, ndr) utilizzino il meritevole progetto dell’Ente pubblico  – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – al solo scopo di trarre profitti personali, mascherati con compensi per consulenze o a prestanome, garantendo gli interessi di aziende private, (tra cui Techint) ed arrivando a lucrare sulla sponsorizzazione dell’iniziativa da parte di Rizoma s.r.l . Gli ingenti guadagni illeciti, quantificati in un paio di milioni a testa, sarebbero stati occultati in società estere create allo scopo”. Una vicenda “opaca” sintetizzano gli inquirenti, “ammantata da finalità sociali, ma avidamente vissuta da Longo e Rizzi come fonte inesauribile di profitto personale”. I quali non a caso di sono “fortemente attivati” per sostenere il progetto, con Longo che ha fatto più viaggi in Brasile in rappresentanza della Regione. Mentre Rizzi era in ottimi rapporti con il Segretario di Stato del Goiàs, Alexandre Baldy. “Relazione che, presumibilmente, come emerso dalle intercettazioni telefoniche, sarebbe stata favorita dallo stesso Longo attraverso l’amico Lorusso (di cui si è già parlato per il pagamento della tangente di euro 50.000,00 tramite lo stesso corrisposta dalla Canegrati a Longo e a Rizzi), amico (attraverso il pilota di Formula 1 Felipe Massa) del predetto Baldy”, si legge ancora nell’ordinanza.

Dove si parla di “un complesso e articolato business gestito dai due politici con Lorusso, socio e amministratore di (almeno) due società coinvolte nell’affare allo scopo di veicolare su di esse flussi di denaro occultamente e illecitamente diretti proprio a Longo e Rizzi”. L’intenzione, “allo stato attuale, per quanto noto, non ancora compiutamente realizzata, è quella di sfruttare il proprio ruolo politico e istituzionale per favorire l’inserimento delle imprese italiane nei rapporti commerciali con lo Stato brasiliano”. In particolare gli inquirenti evidenziano i rapporti intrattenuti dai due con il gruppo Techint e, in particolare, con il suo rappresentante Luca Pecchio. “Dalle intercettazioni – sintetizzano – ben si comprende come i due politici indagati abbiano operato per “pilotare”, attraverso la conoscenza personale con Baldy (o forse, verosimilmente, attraverso la corruzione del predetto), l’affidamento al predetto gruppo della realizzazione dell’ospedale pediatrico nel Goiàs e come, da tale operazione, gli stessi sperino di poter trarre vantaggi economici personali del tutto estranei alla Pubblica Amministrazione che fingono di rappresentare, individuati in milionate di euro”.

Non solo. L’operazione brasiliana è stata anche l’occasione per progettare l’espansione in Toscana del ras dell’odontoiatria lombarda, Maria Paola Canegrati “grazie alla rete delle conoscenze politiche e alla capacità d’influire sulle decisioni del gruppo Techint”, cui fa capo il gruppo Humanitas e gestore di servizi presso alcune strutture sanitarie toscane. E che aveva un debito di riconoscenza verso Rizzi e Longhi anche per “la gestione di una problematica relativa alla costruzione di strutture in seno al Policlinico di Milano“. Il gruppo della famiglia Rocca, infatti, aveva vinto nel 2008 il Concorso Internazionale di Architettura per la riqualificazione dell’area Ospedale Maggiore di Milano, Mangiagalli e Regina Elena. Ma Pecchio, incaricato dei lavori di ristrutturazione, “stava incontrando difficoltà a causa delle nomina a responsabile del procedimento di un nuovo dirigente che sta facendo fuoco e fiamme per fare ‘saltare il sistema’”. E così è scattato il soccorso di Rizzi e Longo.

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