“Sulle Unioni civili decide il Parlamento, non i vescovi”. La dura condanna all’augurio di “voto segreto sul ddl” del presidente della Cei Angelo Bagnasco arriva direttamente dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal presidente del Senato Pietro Grasso. “Rispetto le opinioni, ma sulle procedure decidono le istituzioni repubblicane”, ha detto l’ex magistrato. La posizione del cardinale però non è condivisa dal segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino che, come già dichiarato pochi giorni fa, preferisce non esprimersi sulla questione: “Vale quello che ho detto l’altro giorno”, ha ribadito all’agenzia Ansa, “per rispetto del Parlamento e delle istituzioni preferisco non parlare”.

Il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis, oggi ha cercato di ammorbidire la posizione del cardinale Bagnasco: “E’ chiaro che in un clima come questo basta poco a far parlare di scontro ma con le sue parole non intendeva entrare in un discorso tecnico, in alcun modo, questo appartiene alla sovranità delle Camere”, il suo, piuttosto, “è stato un appello alla libertà di coscienza tenendo conto di quello che c’è in ballo”.

Renzi critica la dichiarazione di Bagnasco e sulla legge in discussione a Palazzo Madama aggiunge: “A me piacerebbe molto l’idea che un parlamentare risponda del voto che dà e lo spiega. Dopodiché il regolamento del Parlamento prevede il voto segreto e se ci saranno le condizioni Grasso e non la Cei deciderà”. In mattinata è intervenuto anche la seconda carica dello Stato Pietro Grasso: “Mi pare”, ha detto a margine della celebrazione dei 50 anni del Wwf Italia, “che si possa dire che io rispetto tutte le opinioni nel merito, ed è giusto che ognuno le possa esprimere; c’è la libertà di espressione. Però sulle procedure penso che ci sia la prerogativa delle istituzioni repubblicane di decidere”.

Renzi parlando a Radio Anch’io ha anche espresso il suo apprezzamento per la legge in discussione in questi giorni al Senato: “E’ una legge sacrosanta”, ha detto, “e finalmente ci siamo. Che paura possono fare due persone che si amano, perché lo Stato deve impedire loro di avere dei diritti? Trovo che il Paese e il Parlamento su questo siano nettamente a favore”. Il leader Pd ha poi ribadito di essere “molto contrario all’utero in affitto”, pratica che non è prevista dal ddl Crinnà, ma da giorni al centro delle polemiche. La maternità surrogata infatti viene confusa molto spesso con l’adozione del figlio del partner, prevista dall’articolo 5 del testo: per abolire questo punto sono stati presentati numerosi emendamenti al provvedimento. “In realtà”, ha concluso Renzi, “esiste già in forme stabilite in via giudiziaria, è un punto delicato e aperto ma mi pare fondamentale che in queste ultime ore prima del voto si rispettino le opinioni altrui, si faccia una discussione seria e poi il Parlamento decida”.

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