“Agli uomini di oggi preferisco il vibratore”, mi giro e la signora mi sorride. E aggiunge con aria curiosa: C’è sempre un modello nuovo, dopo aver rottamato quello vecchio“. L’argomento è consono, visto che mi trovavo al book launch (adesso anche a Milano si dice così) dell’ultimo libro di Antonella Boralevi, “Gli uomini e l’amore“.

Poi prendi come relatori l’oncologo Paolo Veronesi e l’imprenditore Sergio Dompè, entrambi con reputazione di tombeur de femmes, abbastanza personaggi pubblici da discettare con fare tribunizio e sapiente postura per difendere la loro posizione (o la categoria in crisi) e rispondere alla stessa domanda che si faceva Anna Karenina. E se non c’è riuscito Lev Tolstoj in 887 pagine del suo romanzo che porta il nome dell’infelice protagonista, poche speranze ci sono per noi donne comuni mortali: gli uomini non corrispondono mai alle aspettative delle donne.

Oggi, poi, gli uomini vanno in profumeria, si depilano come totani, si liposucchiano, si ciclettano e cercano prostitute e trans. Oddio, non tutti. Ma molto di più di quelli che immaginate, signore mie, perché la “belle de jour” sa ascoltare e non chiede di essere chiamata il giorno dopo. Sono cambiati i riferimenti maschili: dal modello Rambo, Terminator, il Grande Bastardo, il Cripto-gay all’Uomo in crisi con se stesso.

Coppie solide e consolidate che stavano insieme da vent’anni scoppiano e nessuno che ci scommette più. Volo, invece, a Palermo a una tre giorni di celebrazione dell’amore: Gaia Palma e Marco Sorgi. Champagne, risate, baci, meraviglie di cibi colorati e profumati, orchidee e gelsomini del giardino.

Altra rarissima eccezione e, visto che siamo in piena autocelebrazione di San Valentino (la festa più stupida e markettara del calendario), vi racconto una storia che ai miei occhi rappresenta l’amore comme il faut… e che tutto sommato un po’ d’invidia mi fa.
Quando incontro Delia, una quintessenza di bellezza esotica e di grazia, capisco perché Patrick Von Rueti, svizzero di Zurigo, capello lungo e occhio verde-blu, “ma vederla fu amarla, amare solo lei e amarla per sempre“.

Purtroppo la ragazza era già fidanzata con tanto d’invito a nozze già spedito a un migliaio d’invitati. Ma il destino è stato un buon alleato per Patrick. Delia appena nove giorni prima della data del matrimonio scopre che il futuro sposo l’aveva tradita con la sua migliore amica. Lacrime e preghiere, matrimonio annullato.
Un flashback: New York. Lei, studentessa della NY University, lui lavora in banca. Si conoscono alla festa degli studenti: 10 dollari ciascuno per l’ingresso. Diventano amici, anche Patrick è invitato alle nozze a Jakarta, città d’origine di Delia. Lui, già con le farfalline nello stomaco, la convince a partire lo stesso per l’Indonesia e dare la festa per i poveri invece di sprecare tutto quel ben di dio di cibo. Patrick e Delia si sono sposati in California, un anno dopo. Tre figlie in cinque anni. Per non lasciarle da sole a casa, Delia trasforma il suo ufficio da una finanziaria di New York nella nursery di casa: biberon e pannolini tra bilanci e indici Dow Jones. “Abbiamo cavalcato l’ultima onda lunga dei mercati finanziari”, ricordano all’unisono.
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Nel 2000 si trasferiscono a Bali dove cominciano una piantagione di olio di palma ecosostenibile. Nel frattempo lei disegna anche gioielli e nel 2006 arriva a sorpresa il premio come miglior Design Jewerly e il suo nome è inciso nella Hall of Fame a Basilea.

Quando la BBC intervista Delia le chiede sospettosamente: “Ma lei chi è? Da dove viene?”. Delia il prossimo 25 febbraio è invitata a parlare all’Hotel Claridge di Londra a 750 eco-imprenditori. Dopo 23 anni di matrimonio per Delia e Patrick è un continuo succedersi di colpi di fulmine. Si chiamano esayang (amore in Indonesiano) e non hanno mai dormito una notte lontano l’uno dall’altra.
Modello Patrick cercasi: se ne trovate uno, non presentategli la vostra migliore amica.
@januariapiromal

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