“Non porto la minigonna, forse per questo non vado bene”. Un’ultima bordata, prima di sbattere la porta. Irma Melini va via cancellando Forza Italia dal Comune di Bari: è la prima volta dal 1995, anno in cui il simbolo esordì alle amministrative baresi sotto l’egida di Silvio Berlusconi. Ed è proprio l’ex premier ad aver causato la frana. Il commissariamento deciso solo quattro giorni fa ha creato lo smottamento dell’intero gruppo consiliare. È stata proprio la Melini ad essere sostituita di punto in bianco con l’avvocato forzista Francesco Paolo Sisto. Era stata lei a traghettare il partito cittadino, su disposizione di Luigi Vitali, nella fase di riorganizzazione dopo la scissione da Raffaele Fitto.

Sebbene ci siano stati timidi tentativi di conciliazione da parte dell’ex presidente della Commissione Affari Costituzionali, la giovane esponente azzurra ha risposto picche. E ha rilanciato le accuse: “Abbandono la nave per ultima, ma mi salvo perché so nuotare. Se qualcuno ha pensato di cacciarci da un partito che abbiamo servito per tanti anni mettendoci in un angolo ha sbagliato”. Solo dieci mesi fa, alla vigilia della tornata delle amministrative, Irma Melini fu scelta come capolista per Forza Italia: “Roma chiamò per dirci che dovevo essere capolista, serviva un simbolo, una giovane donna da eleggere al Comune di Bari. Oggi non ci chiamano nemmeno per dirci che ci commissariano, per dirci di lavorare comunque tranquillamente, neanche per dirci di rimanere”. L’onorevole Sisto – svela l’ormai ex forzista – le aveva proposto di essere il suo vicario. “Non funziona così la politica” ha rimandato lei, aggiungendo: “Quando ti sta crollando il gruppo del Consiglio comunale di Bari Città metropolitana, forse devi rimanere sul territorio e cercare di capire dove si è sbagliato”. E Vitali? “Non ha risposto agli sms nemmeno quando gli ho manifestato il timore che l’altro coordinatore lasciasse il partito”.

Forza Italia, nella città guidata da Antonio Decaro, scricchiolava da un po’. Dei quattro eletti non ne resta nessuno: Michele Picaro ha fatto bagagli trasferendosi dall’altra parte del globo politico, nel Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e Massimo Cassano. Pasquale Finocchio e Massimo Romito sono ormai da tempo vicini a Raffaele Fitto. Hanno retto sinché hanno potuto, la diaspora tra la Melini e Sisto ha permesso loro di acquistare il biglietto di sola andata verso Conservatori e Riformisti, anche se con un pit stop nel Gruppo Misto, come gli altri due. In tutto ciò, l’onorevole berlusconiano, con il suo solito fare placido non si scompone: “Sono molto tranquillo – spiega a ilfattoquotidiano.it Francesco Paolo Sisto – è solo una questione di responsabilità personali. Forza Italia ha eletto quattro consiglieri, di questi due sono, ben prima della mia nomina, andati con Fitto, uno con Cassano e, oggi, una nel Misto. Ma se le persone cambiano maglia, Fi resta, il partito c’è, i consensi non mutano: è chi fa certe scelte che se ne deve assumere la responsabilità, responsabilità che gli elettori poi giudicheranno. Sia chiaro, sono interessato ad altro: ai contenuti, alla identificazione del bisogno dei cittadini, al numero dei giri del motore del centrodestra barese, con metodo assolutamente inclusivo; un’idea caratterizzata da gioia e affidabilità, coerenza compresa. La decisione di affidarmi il ruolo di commissario è stata del presidente Berlusconi – aggiunge Sisto – c’era bisogno che un parlamentare ci mettesse la faccia, rafforzando il munizionamento di Forza Italia nel Barese. Nessun ostacolo a chicchessia. “Simul stabunt simul cadent? Avanti tutta”. Avanti tutta, dunque. Ma per la prima volta senza Forza Italia in uno dei centri più importanti d’Italia.

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