Imputazione coatta per l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, accusato di diffamazione nei confronti del M5s per averlo accostato alla mafia. È la decisione del giudice per le indagini preliminari Cinzia Parasporo che, nel respingere una richiesta di archiviazione della posizione di Marino, ha ordinato al pm di predisporre un capo d’accusa. Secondo il gip non sussistono i presupposti dell’archiviazione poiché le parole di Marino, è detto nel provvedimento, sono state pronunciate “in un contesto non istituzionale quale quello di una videointervista”. Viceversa, per il giudice, ha una valenza diffamatoria l’espressione “il movimento 5 Stelle, sperando di raccogliere maggiore consenso, fa le stesse richiese della mafia, cioè che gli onesti vadano a casa” pronunciata in relazione ad iniziative della formazione politica finalizzata allo scioglimento del consiglio comunale di Roma per infiltrazioni mafiose. Per il gip si tratta di un “accostamento lesivo della reputazione di un partito, che non può trovare copertura nel diritto di critica politica”.

Durante una conferenza stampa  la deputata 5 Stelle Roberta Lombardi aveva invece dichiarato che l’ex primo cittadino era finito a processo. “Il tribunale di Roma”, aveva detto, “ha disposto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco Pd per diffamazione. Vedremo se, quando arriverà anche per loro, Stefano Esposito e Matteo Orfini chiederanno l’immunità parlamentare”.

L’ex sindaco democratico era stato querelato un anno fa dai grillini e a darne notizia era stato lo stesso blog di Beppe Grillo pubblicando una nota del Movimento 5 stelle di Roma. Il 21 gennaio 2015, a margine della conferenza stampa, commentando la richiesta M5s di sciogliere il Comune per mafia aveva detto: “Sono le stesse richieste che facevano il signor Carminati e il signor Buzzi che ora sono in carcere per associazione mafiosa. Il Movimento Cinque Stelle, sperando di raccogliere maggiore consenso, fa le stesse richieste della mafia, cioè che gli onesti vadano a casa”. I 5 Stelle dal blog chiedevano “immediata rettifica” da parte di Marino: “Nel frattempo gli ricordiamo che anche lui, proprio come l’ex assessore Ozzimo nonché la consigliera Pd Erika Battaglia, ha ricevuto finanziamento da Buzzi; che più di un esponente della maggioranza e della giunta risulta indagato e coinvolto nell’inchiesta; che il Pd romano è stato commissariato”.

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