Gran duello durante lo speciale de L’aria che tira (La7) tra il filosofo Massimo Cacciari e la vicepresidente della Regione Emilia Romagna e assessore alle Politiche di Welfare, Elisabetta Gualmini (Pd). Il dibattito è imperniato sulla classe dirigente italiana, sulla quale l’ex sindaco di Venezia esprime giudizi molto critici: “In Italia abbiamo persone certamente animate da alcuni requisiti fondamentali per l’azione politica, come volontà di potenza, spregiudicatezza, cinismo. Senza questi requisiti non vai da nessuna parte in politica, né diventi certamente un presidente del Consiglio qui, in Germania o in Francia. Tuttavia” – continua – “il politico che fa il vero statista sa fare anche le riforme. E intendo riforme vere, come cambiare la fisionomia e la cultura del Paese. E mi pare che l’attuale classe dirigente, come le precedenti da almeno 30 anni a questa parte, sia mille miglia lontana da questa statura“. Gualmini non è d’accordo: “Trovo triste il fatto che una persona del calibro del professor Cacciari, per il quale ho moltissima stima, giudichi così la classe dirigente attuale. Io non amo molto gettare questi giudizi anche generazionali su politici finalmente giovani che provano a fare delle cose. Non mi piace questa idea vecchia che la generazione di prima era sempre meglio”. “Non ho detto assolutamente questo”, ribatte Cacciari. “Lei ha detto che ora non ci sono statisti”, replica l’esponente Pd. “Certo, ma è evidentissimo!”, controbatte il filosofo. Gualmini menziona il ministro Boschi, evidenziandone la giovane età e citando la sua riforma del Senato. Con la sua tipica gestualità, Cacciari esprime perplessità e, quando la sua interlocutrice lo accusa di essere un nostalgico, prorompe: “Ma per carità di Dio! Non ho nessuna nostalgia, benedetta lei! Ma la smetta di parlare di nostalgie. Non ho detto che prima avevamo dei grandi statisti. Forse De Gasperi lo era, Adenauer, Brandt, Schmidt“. “Tra le altre cose, bisogna anche chiedersi cosa deve fare un politico” – prosegue Gualmini – “Il rischio è poi di cadere dallo statismo all'”uomo qualunque” del Movimento 5 Stelle“. “Ma lasciamo perdere“, ripete sconsolato Cacciari. “Le classi dirigenti che vedo in Europa sono del tutto confrontabili a quelle italiane”, insiste la vicepresidente dell’Emilia Romagna. “E infatti guardi come va l’Europa!” – controbatte Cacciari – “Non sto appunto dicendo che siamo peggio degli altri in Europa. Comunque, sono discorsi un po’ difficili e avrei bisogno di un’oretta per spiegarglieli”. “Guardi, io non sono un cantore del pessimismo”, puntualizza Gualmini. E Cacciari sbotta: “Oh, mamma mia, pietà di me! Ma chi è costei?”

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