Quindici docenti per mille studenti. E’ la precaria realtà dei Corsi di laurea di Ingegneria Navale dell’Università di Genova e di Ingegneria Nautica della Spezia. Entrambi rischiano la chiusura, nonostante l’eccellente grado di preparazione fornito agli studenti che, con la laurea in tasca, in genere trovano immediata occupazione. Se non ci saranno interventi dall’alto le due strutture chiuderanno, per mancanza di professori. La situazione già difficile è destinata a precipitare fra un paio d’anni quando andranno in pensione tre dei quindici docenti in servizio. Senza turn over. L’epilogo potrebbe arrivare addirittura alla fine del 2017 se non verranno rinnovati neppure i contratti a cinque ricercatori a tempo determinato.

“Qui a Villa Cambiaso (sede dei corsi genovesi, una splendida costruzione nel quartiere elegante di Albaro, ndr) ci sentiamo come il WWF, una riserva protetta di professori in via di estinzione”, sospira la professoressa Anna Maria Galli, docente di informatica e geometria dei galleggianti. “Nessuno ci può aiutare, né il preside della Scuola Politecnica né il Rettore dell’Ateneo. Le regole che ci condannano alla chiusura certa sono scritte nelle leggi nazionali del reclutamento. Ogni volta che ci sono risorse per finanziare nuovi docenti vincono i Dipartimenti più forti. E noi restiamo a bocca asciutta”. Qualcosa si sta muovendo. Mara Carocci e Mario Tullo, deputati genovesi del Pd, hanno immediatamente preso posizione: “L’allarme lanciato dal Dipartimento di Ingegneria Navale non può cadere nel vuoto ed essere ignorato da istituzioni e dalla città. La richiesta di un intervento straordinario per nuove assunzioni che scongiurino la chiusura di Genova e La Spezia va assolutamente sostenuta e lo faremo interloquendo con i ministri competenti e con tutti gli strumenti del sindacato ispettivo”. Anche Trieste e Napoli sono sull’orlo della chiusura. Stessi problemi: carenza di docenti.

La condanna a morte dei due Dipartimenti legati al mare per adesso resta tuttavia virtualmente decisa. E’ stata documentata in un dossier inviato al Rettore dell’Ateneo genovese, il professor Paolo Comanducci e ha raggiunto anche i palazzi della politica. Il sindaco della Spezia, Massimo Federici, ha inviato un appello al ministro della Difesa, la genovese Roberta Pinotti. Lasciar morire uno dei poli scientifici più prestigiosi sarebbe un delitto inaccettabile. I numeri prurtroppo sono spietati. In tutta la facoltà genovese di ingegneria il rapporto professori-studenti è di 1 a 12. A Ingegneria Navale sale alla quota vertiginosa di 1 a 80. uno dei docenti, il professor Carlo Podenzana Bonvino – che lascerà l’incarico tra due anni – ha dicharato a Repubblica di essere costretto a tenere quattro corsi anziché i due che sarebbero di sua competenza.

Ingegneria Navale si occupa di preparare i futuri ingegneri progettisti di grandi scafi. E’ un gioiello del mondo accademico nazionale. Ha soltanto tre sedi, a Genova appunto, Napoli e Trieste. Ingegneria Nautica prepara i progettisti dei mega yacht e l’unica sede italiana è alla Spezia. L’altro centro europeo, l’istituto britannico, con sede a Southampton, ha copiato i corsi spezzini perché ha deciso di preparare i propri ingegneri navali secondo il modello italiano: più versatilità e meno specializzazione.

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