Festival di Sanremo 2017

Sanremo 2016, Gabriel Garko sulle unioni omosessuali: “Nessun giudizio, basta che non diano fastidio”

E' l'attore piemontese a regalare ai giornalisti della Sala Stampa il primo titolo di questa settimana sanremese. Oltre al suo parere sul ddl Cirinnà, qualcuno trova finalmente il coraggio di chiedere pubblicamente al protagonista di tante dimenticabilissime fiction Mediaset cosa risponde alle insistenti voci sulla sua presunta omosessualità: "So che devo essere sognato e desiderato da più persone: se devo essere desiderato da un uomo che, per desiderarmi, ha bisogno di pensare che sono gay, va benissimo. Lo stesso vale per una signora di 60 anni"

di Domenico Naso
Sanremo 2016, Gabriel Garko sulle unioni omosessuali: “Nessun giudizio, basta che non diano fastidio”

È la settimana del voto del Senato sulle unioni civili e visto che Sanremo a quanto pare è lo specchio del Paese (bene, ma non benissimo), ecco che la prima conferenza stampa all’Ariston si tinge subito di rainbow. Ci sono tutti, ovviamente: dal padrone di casa Carlo Conti, alla ricerca di un difficile bis, a Madalina Ghene Mada, da Virginia Raffaele a Gabriel Garko.

Ed è proprio l’attore piemontese a regalare ai giornalisti della Sala Stampa il primo titolo di questa settimana sanremese. Qualcuno trova finalmente il coraggio di chiedere pubblicamente al protagonista di tante dimenticabilissime fiction Mediaset cosa risponde alle insistenti voci sulla sua presunta omosessualità. Garko non si scompone e si leva dall’impaccio con una risposta da grande diva della Hollywood dell’epoca d’oro: “So che devo essere sognato e desiderato da più persone: se devo essere desiderato da un uomo che, per desiderarmi, ha bisogno di pensare che sono gay, va benissimo. Lo stesso vale per una signora di 60 anni. Facciamo spettacolo, dobbiamo far sognare la gente”. Una gimkana di parole che, almeno per qualche ora, permetterà a Garko di pensare al Festival e non alla sua vita privata.

Ma la domanda (chiarissima) e la risposta (fumosa) non sono nulla rispetto alla chiosa che arriva da Virginia Raffaele, che in sette parole sette chiude la questione con chirurgica cattiveria: “Nun se butta via niente Garko, eh?”. Già. Ancora Garko, ancora gay: stavolta tocca all’opinione dell’attore, che qualche giornalista reputa evidentemente indispensabile, sul progetto di legge Cirinnà sulle unioni civili: “Se due persone sono maggiorenni e consenzienti – risponde l’attore – non c’è niente da giudicare, l’importante è che non diano fastidio a persone che non vogliono essere infastidite”. Wait. What?

Giusto per chiudere il capitolo Garko, forse è bene avvisare il gentile pubblico che l’attore di Settimo Torinese, parlando dei vestiti scelti per calcare il palco dell’Ariston, ha dichiarato di voler ricordare cinque grandi attori del passato: Paul Newman, Cary Grant, Sean Connery, Marlon Brando e Marcello Mastroianni. Connery, l’unico ancora in vita, ha ovviamente il diritto di portarlo in tribunale. Per gli altri, ci penseranno gli eredi.

Ma che Sanremo sarebbe senza le prime pulci al bilancio del Festival? Il direttore di RaiUno Leone traccerà il bilancio finale nella conferenza di domenica prossima, nel frattempo sappiamo qualcosa sui costi: 16 milioni di euro, di cui 5 legati alla convenzione con il comune di Sanremo. I ricavi pubblicitari netti dovrebbero assestarsi attorno ai 21 milioni, mentre un altro milioncino arriverà dalla vendita dei biglietti e da altri introiti commerciali.

Il resto della conferenza stampa è il solito balletto di frasi fatte sui cantanti, sul carrozzone rivierasco, con un pizzico di pepe regalato dall’ormai nota polemica sulla presenza di Elton John (forse accompagnato a Sanremo dal marito). Per il resto ci sarà tempo, in fondo il Festival non è ancora iniziato. Da domani si farà sul serio, con la gara canora a fare da contorno a un caravanserraglio meravigliosamente insopportabile.

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