I giudici del Tribunale fallimentare di Arezzo si sono riservati sulla dichiarazione di insolvenza chiesta dal commissario di Banca Etruria Santoni e sull’eccezione di incostituzionalità del bail in avanzata dai legali dell’ultimo presidente Lorenzo Rosi, gli avvocati De Sario e Giunta. La decisione, che avrà ripercussioni sulle inchieste penali in corso, è attesa entro pochi giorni.  Il presidente del Tribunale, Clelia Galantino, durante l’udienza, ha chiesto alle parti convenute se fossero interessate ad un decisione unica su entrambe le richieste avanzate al collegio. E tutte le parti hanno accettato questa proposta.

I legali di Rosi si sono opposti all’istanza di insolvenza perché “tutte le perdite della banca sono solo stimate, non sono effettive”. Secondo l’avvocato Michele De Sario c’erano “tutti i tempi per fare un aumento di capitale: quanto è stata commissariata era l’11 di febbraio 2014 e 9 mesi di tempo bastavano per verificare se l’aumento di capitale aveva avuto successo e salvare così la banca senza arrivare alla decisione del 22 novembre”.

Per De Sario Banca Etruria, così come Banca Marche, Carife e Carichieti sono vittime di “giochi che avvengono a livello elevatissimo. Vi erano tutti gli estremi perché questa crisi bancaria potesse essere aperta e risolta ma l’Unione europea non ha voluto”. A proposito poi dell’eccezione di incostituzionalità sul bail in, l’avvocato di Rosi ha sottolineato come il giorno dopo che questo è entrato in vigore tutti “anche Draghi e Visco hanno detto che bisognava gestirlo in maniera diversa, che poteva avere un impatto dirompente”.

Fuori dal Tribunale un gruppo di ex obbligazionisti  in presidio ha issato alcuni striscioni chiedendo giustizia per essere stati penalizzati con il decreto Salva-banche del 22 novembre scorso. “Non votate più Pd, era meglio quello di prima, almeno si sapeva com’era”, è stato uno degli slogan.

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