Giuseppe Sala ha derubricato il tutto a “balle” e “fango. Ma ora della sua villa a Zoagli affacciata sul mar ligure si occuperà anche la Città metropolitana di Genova, che ha ereditato dalla vecchia provincia le competenze in ambito di tutela ambientale e paesaggistica. “Nei prossimi giorni acquisiremo informazioni e documenti dal comune di Zoagli nell’esercizio delle nostre funzioni di controllo – dice contattato al telefono il consigliere metropolitano con delega all’urbanistica Gian Luca Buccilli -. Dopo di che valuteremo se esistono i presupposti per avviare una formale attività ispettiva o archiviare il tutto”.

La decisione arriva dopo che il nostro giornale ha scoperto che la casa dell’amministratore delegato di Expo è stata costruita dalla Edil Garden, l’impresa di Michele Sacco, vicesindaco di Zoagli sia nel periodo dei lavori di edificazione che nel periodo in cui il comune approvava le varianti chieste da Sala sul progetto originario, acquistato nel 2011 insieme al terreno dai precedenti proprietari.

Ma le verifiche della città metropolitana non si concentreranno sul doppio ruolo giocato nella vicenda da Michele Sacco. Quanto sulla corrispondenza tra il progetto e le previsioni del piano regolatore. La zona collinare di Sant’Ambrogio, dove negli ultimi anni oltre alla villa di Sala sono state costruite diverse altre abitazioni, è definita un’area di “presidio e salvaguardia dei territori con valenza agricola”. Le nuove costruzioni possono usufruire di due differenti indici di edificabilità derivanti dal terreno circostante: uno è utilizzabile “per uso residenziale”, mentre l’altro – si legge sulle norme di attuazione del piano – è utilizzabile “per locali non abitabili ad esclusivo servizio delle attività agricole da ubicare nel lotto di edificazione in modo separato dal volume destinato all’uso residenziale”. La porzione non abitabile dovrebbe favorire le attività agricole, grazie a magazzini per “ricovero scorte vive o morte, deposito attrezzi e simili”.

Solo che a fare un giro nei dintorni le attività agricole non sembrano per nulla frenetiche. Per questo ilfattoquotidiano.it nei giorni scorsi ha provato a chiedere agli uffici comunali un chiarimento su quale sia il significato delle prescrizioni del piano e in particolare dell’espressione “separato dal volume destinato all’uso residenziale”. La risposta ricevuta è stata prima una telefonata chiusa in faccia. Poi la spiegazione che a separare le due parti (quella a uso residenziale e quella di servizio per attività agricole) è sufficiente una semplice porta. Versione su cui ora farà le proprie valutazioni la città metropolitana.

In parallelo qualcosa si muoverà anche tra i consiglieri comunali di Zoagli. Rita Nichel, sindaco del paesino quando sono state approvate le varianti chieste da Sala, annuncia la presentazione di una richiesta di accesso agli atti: “Nella mia parentesi da primo cittadino – ha dichiarato al Secolo XIX – non avevo neppure il permesso di mettere piede negli uffici dell’edilizia. Da trent’anni tutto ciò che avviene a Zoagli lo decide Franco Rocca”. Ovvero l’attuale sindaco ed ex consigliere regionale del Pdl, di recente rinviato a giudizio per le spese pazze in regione. È a lui che Sala, lo scorso agosto, ha concesso il logo dell’Expo per una manifestazione nella piazza principale del paese. Intanto Michele Sacco, che era sfuggito alle domande del Fatto, al quotidiano genovese ha dichiarato che le modifiche volute da Sala “non le approvò la giunta, bensì la commissione edilizia. Non sapevo neppure chi ci sedesse in commissione edilizia”.

Dal canto suo il numero uno di Expo ha attaccato il Fatto con espressioni del tipo “ogni giorno c’è un’invenzione”, “mi sta facendo una guerra personale”, per poi azzardare un invito: “Che andassero in procura”. Non è invece voluto entrare nel merito di una vicenda che gli ha già causato diversi imbarazzi per il coinvolgimento nel progetto degli interni di Michele De Lucchi, architetto che ha lavorato anche per l’esposizione universale. Venerdì sera alla balera Arizona 2000 di Milano, nel corso dell’evento di chiusura della sua campagna elettorale per le primarie del centrosinistra, l’aspirante sindaco non ha risposto alle domande sul doppio ruolo di Sacco.

Né a quelle sulla figura di Giampaolo Monti, secondo Sala l’architetto che ha firmato il progetto esecutivo della villa. Solo che il suo nome non compare nell’albo nazionale degli architetti consultabile online, mentre la circostanza del suo contributo al progetto è stata smentita da Paolo Fossati, ex cognato di Sacco e geometra che ha presentato le pratiche in comune. Mentre Sala si concedeva alle domande sulla corsa elettorale, è stato possibile strappargli solo un: “L’ex vicesindaco di Zoagli non ha mai partecipato ad alcuna commissione edilizia”. Poi ha tagliato corto: “C’è un limite. Questa è una festa”.

@gigi_gno

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