Con il via libera delle commissioni congiunte Bilancio e Affari costituzionali della Camera al decreto Milleproroghe è stata riportata al 70% la percentuale di integrazione dello stipendio perso che verrà versata ai lavoratori in contratto di solidarietà. Viene infatti ripristinata una quota del 10% a carico delle casse statali, per la quale lo scorso anno non si erano trovate le coperture, con la conseguenza che il contributo era sceso al 60 per cento. I soldi arrivano dal Fondo sociale per l’occupazione e la formazione, fino a un limite di 50 milioni di euro, e verranno gestiti dal ministero del Lavoro.

Il provvedimento riguarda anche i lavoratori dell’Ilva di Taranto. “L’azione del governo è intrapresa per disinnescare un ulteriore motivo di conflitto in una situazione già difficile e rimediare alla disparità sorta tra tutti i lavoratori Ilva e quelli dello stabilimento di Genova”, ha commentato il segretario generale della Fim Cisl Taranto-Brindisi Valerio D’Aló. “Per tutti gli altri addetti Ilva in solidarietà, invece, non c’era nulla prima dell’intervento del Milleproroghe. Una condizione di inaudita disparità, tant’è che, oltre a rivolgerci ai parlamentari, abbiamo chiamato in causa anche la Regione Puglia per verificare la possibilità di integrare con fondi propri la quota mancante”, ha aggiunto.

“In questo modo si recupera al grave errore fatto col Jobs Act“, ha detto il deputato di Sinistra Italiana, Gianni Melilla, componente della commissione Bilancio di Montecitorio. “Si viene incontro alle giuste esigenze dei lavoratori e delle imprese per gestire senza eccessive penalizzazioni salariali, le ristrutturazioni industriali di tante aziende in crisi”, ha concluso.

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