Sì ai funerali, oppure no. Anzi, sì. A più di tre anni dal ritrovamento dei loro resti (a 11 dalla scomparsa) i corpi di Elisabetta Grande e della figlia Maria saranno restituiti alla famiglia di origine della donna e portati in Calabria. Il gip, che aveva già respinto la prima istanza presentata a fine anno da Domenico Belmonte (unico indagato per l’omicidio volontario e la soppressione dei cadaveri della moglie e della figlia), ha rigettato un secondo ricorso presentato dall’uomo con lo scopo di impedire che i corpi fossero restituiti alla famiglia di sua moglie. Belmonte, infatti, reclamava per sé quei resti ritrovati nel 2012 (otto anni dopo la scomparsa delle due donne) in una intercapedine sotto il pavimento della sua villetta, in località Baia Verde, a Castel Volturno (Caserta). Le esequie, che avranno luogo a Catanzaro, potrebbero però slittare a causa dell’inchiesta tuttora in corso. A breve sarà notificata la conclusione delle indagini, in seguito alla quale potrebbero essere necessarie nuove perizie sui corpi, custoditi da più di tre anni nel reparto di medicina legale del Policlinico di Bari, a disposizione del consulente della Procura Francesco Introna.

VICINA LA CONCLUSIONE DELLE INDAGINI
Domenico Belmonte, ex dirigente sanitario del carcere di Poggioreale, è libero dopo la scarcerazione da parte del Riesame nel 2012. Lo stesso anno in cui i corpi furono trovati sotto la villetta: il caso fu riaperto dopo le insistenze del fratello della signora, Lorenzo Grande, che non ha mai creduto all’ipotesi dell’allontanamento volontario. Il 13 novembre 2012 la polizia scientifica le trovò. Le due donne sono morte per una dose massiccia di farmaci, ma non è stato ancora stabilito se Belmonte le abbia uccise o se si sia trattato di suicidio. L’ex dirigente sanitario fu arrestato, ma negò di ogni responsabilità. Fu scarcerato dopo 23 giorni. Il cognato, assistito dall’avvocato Nunzio Raimondi, ha poi intrapreso un’altra battaglia per poter dare alla sorella e alla nipote una degna sepoltura. “L’unico impedimento – spiega il legale a ilfattoquotidiano.it – potrebbe essere rappresentato dalla necessità di eseguire altri accertamenti sui resti”. In caso di rinvio a giudizio, infatti, il giudice del dibattimento potrebbe disporre nuove perizie sui corpi che si trovano nel reparto di medicina legale di Bari. Sarebbe un paradosso procedere alla sepoltura, per poi ritrovarsi a dover richiedere la riesumazione. “Al momento non resta che attendere la conclusione delle indagini” spiega l’avvocato.

RESPINTO IL SECONDO RICORSO
Nel frattempo, però, il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha notificato alle parti il provvedimento con il quale si respinge il secondo ricorso di Belmonte. Una decisione che segue la stessa strada tracciata circa un mese fa, quando fu rigettata la prima istanza. Nei giorni scorsi il fratello di Elisabetta Grande aveva raccontato l’ennesimo capitolo di questa drammatica storia alla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’. Poi la decisione del gip, che sembra mettere la parola fine all’orrore. “Non ci dovrebbero essere problemi, anche se sono mesi che va avanti questa storia – ha detto Grande a ilfattoquotidiano.it – e credo che, dopo tanto dolore, questa situazione spiacevole poteva anche essere evitata. Impossibile parlare di una vittoria: “perché si tratta di un dramma difficile da raccontare – dice Grande – e perché sono mesi che affrontiamo questo tira e molla per i resti di mia sorella e mia nipote”. Il giudice si era già espresso a dicembre: Domenico Belmonte “ha già esercitato il suo diritto di coniuge e padre, ma lo ha fatto in evidente e palese violazione di ogni regola di diritto e di buon costume, privando le loro spoglie di una degna e pietosa sepoltura”. La posizione del gip resta quella. Ora è tutto nelle mani degli inquirenti.

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