Manfred Weber è categorico: “All’Italia la Commissione Ue ha dato il massimo della flessibilità, ora basta”. Pierre Moscovici prima usa il bastone: “No a nuove discussioni sulla flessibilità”. Poi apre: “Abbiamo un dialogo aperto con le autorità italiane sulle nuove richieste di prendere in considerazione le spese per i rifugiati o la lotta al terrorismo“.

Dopo il nuovo capitolo dello scontro tra il premier italiano Matteo Renzi e Bruxelles, andato in scena lunedì, ora a rincarare la dose ci ha pensato il presidente dei deputati europei del Ppe, considerato molto vicino alla cancelliera tedesca Angela Merkel, commentando le richieste di flessibilità di bilancio arrivate dall’Italia ha sottolineato che “la Commissione europea negli ultimi anni ha dato massima flessibilità”, “ma ora anche i commissari socialisti, penso a Moscovici, constatano che non ci sono più ulteriori margini per maggiore flessibilità”. Quindi “sarebbe auspicabile da parte di tutti prendere coscienza dello stato dei fatti. Juncker ieri ha inviato una lettera a Renzi per ricordargli gli obblighi europei: spero che sia arrivata a destinazione”, ha poi chiosato Weber. Che a gennaio, riferendosi alle resistenze di Roma rispetto al fondo da 3 miliardi promesso alla Turchia per contrastare l’emergenza migranti, aveva accusato Renzi di “mettere a repentaglio la credibilità europea a vantaggio del populismo”. “Quando vediamo che l’Italia non è disposta ad aiutare la Turchia se non in cambio di una contropartita tutto ciò va a svantaggio dell’Europa”, aveva attaccato il “falco” Weber, membro del partito cristiano sociale bavarese Csu federato in Germania con la Cdu della Merkel. Questo prima che la Commissione chiarisse che lo scorporo dal deficit dei contributi nazionali al fondo per Ankara è stato deciso già a gennaio.

In serata a tornare sull’argomento flessibilità è stato il commissario Ue all’Economia, usando toni simili a quello del leader del PPE: “C’e una cosa che non capisco: il perché sui dossier di bilancio siamo in una controversia con il governo italiano, quando l’Italia è già il paese che beneficia di più flessibilità, rispetto al resto della Ue. Poi la discussione proseguirà, ma non si può senza sosta aprirne di nuove, di discussioni sulle flessibilità”, ha detto Moscovici. Per poi ammorbidire i toni:” Abbiamo un dialogo aperto con le autorità italiane sulle nuove richieste di prendere in considerazione le spese per i rifugiati o la lotta al terrorismo – ha specificato – la Commissione darà le sue risposte a maggio. Concentriamoci su questo. Tra Italia ed Europa lo scontro è inutile, dobbiamo cercare il compromesso dove possibile, è questo quello che farò”.

La partita più importante per Palazzo Chigi resta quella sul via libera a un aumento del deficit dello 0,2% del Pil per far fronte all’emergenza dei migranti che arrivano sulle coste della Penisola o via terra attraverso la rotta balcanica. Giustificazione a cui Renzi, a novembre, ha aggiunto quella legata alla necessità di finanziare un pacchetto di interventi per la sicurezza e la cultura.

Nel frattempo anche l’ex premier Mario Monti, ascoltato nelle commissioni Esteri e Politiche Ue del Senato in veste di presidente del gruppo di alto livello dell’Ue, ha criticato la linea di Renzi avvertendo: “L’Italia corre il rischio di trascurare che ci sono dei dati e dei pregiudizi: nostri verso i Paesi del Nord e loro verso di noi. Stiamo attenti a quello che potrebbe succedere combinando due cose apparentemente disgiunte: la questione monetaria e la questione dell’immigrazione“. “C’è questo altissimo rischio di fare della flessibilità una bandiera“, è stato il ragionamento dell’economista e presidente della Bocconi. “Tra qualche mese si saprà se il Governo italiano avrà vinto o perso questa epica battaglia. Ma cosa c’è dietro le parole? Se l’Italia avrà vinto significa che avrà più soldi dall’Europa? O che l’italia dovrà pagare meno contributi? E’ un bollo che autorizza il Governo italiano a fare un po’ più di debito e mettere un po’ più a carico delle generazioni futuro le spese che fa oggi. C’è poco da essere contenti”. Quello della flessibilità, ha aggiunto, “è un falso obiettivo. Molto più forte sarebbe stato il gioco congiunto tra italia e Francia per persuadere la Germania, che non è immodificabile nelle sue convinzioni, a considerare come giustificato a pieno titolo il disavanzo per motivo di investimento pubblico. E’ perdente per la Germania la battaglia che fa contro il debito”.

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