Non condividiamo le posizioni politiche di Giorgia Meloni. Le sue invettive su immigrazione, accoglienza, solidarietà, diritti civili, sino alle ultime sulla libera scelta della propria sessualità, contengono elementi di intolleranza e si inseriscono nel filone della destra europea più aggressiva e radicale.
Non a caso, di tanto in tanto, ci ricorda di essere nata “dalla parte sbagliata della barricata”, cioè dalla parte dei fascisti.

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Peraltro, nel suo caso, non è nata dalla parte sbagliata, ma ha scelto dopo e in modo consapevole di stare da quella parte, quella che è stata segnata anche dalle leggi razziali e della negazione dei diritti e delle diversità. Proprio perché non condividiamo le sue scelte passate e presenti, sentiamo il bisogno di condannare senza attenuanti chi ha scelto, spesso coperto dall’anonimato, di insultarla e di aggredirla perché presto diventerà… madre.

Gli squadristi della rete hanno preso di mira la sua gravidanza, augurando a Lei e al nascituro o nascitura, ogni sorta di maledizione e tutto il male possibile. Gli anonimi mazzieri, che peraltro usano il linguaggio tipico dei razzisti, hanno anche rivendicato il loro diritto all’insulto, alla bestemmia, alla minaccia, perché tali espressioni sarebbero “protette” dall’articolo 21 della Costituzione e dalla libertà della rete e in rete.

Naturalmente di tratta di una idiozia senza fondamento alcuno, anzi un simile uso della rete è un insulto nei confronti di chi ama la libera circolazione delle opinioni, anche le più radicali. Per queste ragioni gli insulti contro Giorgia Meloni non possono trovare alibi, giustificazioni, ammiccamenti furbi ed opportunistici. Quegli insulti sono intollerabili, non solo contro Giorgia Meloni, ma contro chiunque, a prescindere da qualsiasi altra considerazione.

Ci auguriamo che Giorgia Meloni, come qualsiasi altra donna, porti felicemente a termine la sua maternità, per poter, subito dopo, tornare a contrastare con rinnovato impegno le sue posizioni politiche.

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