“Non sono partita per la Thailandia per cercare un lavoro e nemmeno per amore. Non volevo cambiare radicalmente la mia vita, che peraltro era tutt’altro che a posto e in ordine, all’insegna del precariato lavorativo e affettivo. Sono partita perché era il tempo di farlo”. Alla fine, però, Debora Previti, psicologa e psicoterapeuta quarantenne di Mantova, in Thailandia c’è rimasta e ha trovato prima l’amore, è diventata mamma e ora ha anche un lavoro con ottime prospettive di crescita: dà lezioni private ai figli di stranieri benestanti immigrati a Phuket che frequentano le scuole internazionali e segue alcuni giovani con disturbi dell’apprendimento.

Ha ottenuto un permesso di lavoro – necessario per rimanere in Thailandia dove la legge sull’immigrazione è severissima – il 2 aprile di quest’anno grazie al marito che ha aperto una società per la quale lei lavora. Certo, combattere contro la diffidenza dei thailandesi e i pregiudizi dei vecchi amici italiani non è stato e non è tuttora facile. Ma la sua strada l’ha scelta e ora vive a Phuket, meta turistica famosa per le acque cristalline. E’ sposata con Alee, che trasporta turisti a bordo della sua barca, e ha una bimba di due anni, Lannà, che in lingua thai significa ‘preziosa’. Un percorso lungo, non preventivato, che inizia il 21 dicembre del 2010, quando Debora si regala un viaggio in Thailandia per festeggiare la specializzazione in psicologia analitica. Ama sovrapporre due quadri di vita che ben spiegano quanto in lei fosse lontana l’idea di andarsene a vivere in paradisi tropicali.

“Non volevo cambiare radicalmente la mia vita, che peraltro era tutt’altro che a posto e in ordine, all’insegna del precariato lavorativo e affettivo. Sono partita perché era il tempo di farlo”

“Dieci anni fa – dice – lo Tsunami che ha colpito la Thailandia, devastandola, ha portato via ad Alee la barca con cui lavorava, la casa. Era in spiaggia a Phuket quando un’onda di dieci metri ha spazzato via tutto. Nello stesso momento io ero a Mantova, tranquilla, mi stavo specializzando per diventare psicanalista e vivevo con il mio ex fidanzato, che abitava nella mia stessa città, e con il quale avevo molte più cose in comune che con Alee. Se allora mi avessero detto: fra dieci anni ti ritroverai in Thailandia, sposata con un thailandese e madre di sua figlia, l’avrei etichettata come la previsione più bizzarra che una persona potesse fare su di me, sulla mia vita”.

Durante quella vacanza in solitaria nel 2010, Debora conosce Alee e se ne innamora lentamente, dopo un’iniziale indifferenza. Impara a conoscerlo e ad apprezzare la semplicità con cui affronta la vita. Inizia una sorta di spola fra Mantova e Phuket, fa un paio di viaggi per capire se davvero è innamorata di quell’uomo dallo sguardo dolce e dai modi gentili e capisce che è amore vero: “Alee – scrive Debora sul blog Breakfast in Thai – non ha uno smartphone, non usa Skype, va in giro senza orologio. Mangia solo riso e pesce. Non beve caffè, birra, non fuma. Non gli piacciono i ristoranti e i locali affollati. Alee respira il profumo dell’aria e mi dice che ore sono, guarda il cielo e capisce se verrà a piovere. E’ un uomo d’altri tempi, legato alla terra e al mare, solitario e di poche parole”.

“Mio marito, thailandese, è un uomo d’altri tempi, legato alla terra e al mare. E durante la maternità non mi ha mai lasciata sola”

Lei è il suo opposto. Si autodefinisce il risultato di tutto ciò che il progresso e l’occidente hanno messo insieme. Nell’agosto del 2012, alla fine di tre settimane in Thailandia, scopre di essere incinta. Alee e Debora decidono di sposarsi a Phuket nel gennaio del 2013. “I miei amici più cari – spiega – hanno cercato di mettermi in guardia, dicendomi che quell’uomo voleva solo i miei soldi, come se fossi ricca. E che il suo unico scopo era soltanto quello di ottenere un permesso per vivere in Italia. Ma Alee non ci pensava nemmeno di trasferirsi. Ci è rimasto sei mesi, gli hanno fatto mille problemi per il visto e gli hanno fatto pure tagliare i capelli. ‘Ma siete tutti convinti che la gente voglia venire in Italia a tirare delle bombe?’, aveva detto. E infatti sono io che l’anno scorso, dopo periodi più o meno prolungati di permanenza, decido di trasferirmi definitivamente in Thailandia con mia figlia e mio marito“.

Ora vive a Phuket, studia thailandese e il suo scopo è inserirsi in questa società così diversa dalla sua, ma altrettanto affascinante. “I miei amici mi dicevano: ‘Sei pazza a mollare tutto per andare in un paese che non conosci, arretrato. E se tua figlia s’ammala? E come vi manterrete? Cosa farai tutto il giorno?’. Ma io rispondevo: mollare tutto cosa? Quattro contratti precari da gestire contemporaneamente? Un lavoro incerto, che mi stava risucchiando anche l’anima senza darmi prospettive e, soprattutto, felicità?”.

“Con 10 euro a settimana compro frutta e verdura e con due euro si esce a cena o a pranzo”

A Phuket si vive con poco, gli stipendi sono bassi (in impiegato di banca guadagna 300 euro al mese, un’infermiera 250) ma è tutto proporzionato. Gli affitti economici, le spese per il riscaldamento non ci sono, l’asilo della bambina costa pochissimo e così la benzina e il cibo.

“Con 10 euro a settimana – spiega ancora Debora – compro frutta e verdura e con due euro si esce a cena o a pranzo”. I suoi amici la mettevano in guardia soprattutto dalla sua scelta sentimentale. “Non mi hanno mai detto, però – aggiunge Debora sul suo blog – che quest’uomo dell’altra parte del mondo non mi avrebbe mai fatto sentire sola durante la maternità; che mi avrebbe svegliato per la poppata notturna quando io nemmeno capivo di essere al mondo; che durante lo svezzamento avrebbe preparato la prima pappa; che l’avrebbe addormentata ogni volta che il seno non sarebbe bastato. Non mi hanno mai detto che quest’uomo silenzioso e solitario si sarebbe messo a cantare per far ridere la sua bambina e che l’avrebbe consolata ballando“.

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