È stata l’approvazione della costruzione di 153 case per coloni della Cisgiordania a scatenare un durissimo scontro tra il premier israeliano e il segretario generale dell’Onu. Le attività di colonizzazione, ha detto per l’ennesima volta Ban Ki-moon, sono “un affronto per il popolo palestinese e per la comunità internazionale”. Anche perché si corre il rischio “che la opzione dei due Stati svanisca per sempre”.

Frasi che hanno a loro volta innescato l’ira Netanyahu: “I commenti del segretario generale dell’Onu incoraggiano il terrorismo. Non c’è giustificazione per il terrorismo. Gli assassini palestinesi non vogliono costruire una nazione: vogliono distruggere una nazione e lo dicono apertamente. Non uccidono per la pace e non uccidono per i diritti umani. L’Onu – ha concluso – ha perso da tempo la sua propria neutralità”. L’attacco del primo ministro israeliano è stato sferrato subito dopo che Ban ha parlato davanti al Consiglio di sicurezza della crescente frustrazione dei palestinesi di fronte all’occupazione israeliana.

La decisione di costruire nuovi alloggi ha avuto scarsa eco nei media israeliani. Ma ha destato attenzione internazionale perché arriva a pochi giorni dal tentativo di un gruppo di coloni (appoggiati dal Likud, il maggior partito di governo) di insediarsi a Hebron (Cisgiordania) in due edifici, asseritamente acquistati, ma ancora privi dei necessari permessi governativi; e dopo che il ministro della difesa ha qualificato come terre demaniali un’ampia zona a sud della città cisgiordana di Gerico.

E anche da qui c’è stata la dura reazione di Ban Ki-moon, che si è detto “profondamente preoccupato” per la nuova iniziativa israeliana, e ha anche espresso ansia per altri episodi, fra cui il lancio di razzi da Gaza verso Israele e la propaganda esasperata di alcuni media palestinesi che accompagna e secondo Israele alimenta l’intifada nei Territori. Ma in ogni caso – ha detto ancora Ban Ki-moon – è nella natura umana reagire alla occupazione”.

Un scontro mentre le violenze proseguono. Martedì in un cimitero di Gerusalemme è stata sepolta Shlomit Kriegman, una israeliana di 23 anni ferita in modo grave ieri nell’insediamento di Beit Horon, a nord di Gerusalemme, e morta in ospedale. I suoi due assalitori palestinesi erano stati uccisi lunedì sul posto da una guardia civile. Si tratta del terzo attentato condotto questo mese da palestinesi infiltratisi all’interno di colonie e dunque oggi Netanyahu ha ordinato all’esercito di accrescere le protezioni fisiche negli insediamenti. Un analogo appello è giunto dal leader della opposizione laburista, Isaac Herzog. “Per proteggere vite umane, occorre dotare le colonie di reticolati elettrificati, che segnalino per tempo la presenza di infiltrati”. Ma fra i coloni questa politica viene respinta con sdegno. Come ha spiegato di recente una ideologa del movimento dei coloni, Daniela Weiss, ai coloni ripugna il concetto di vivere chiusi entro reticolati. “Sarebbe come tornare in un ghetto” ha esclamato.

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