Caro avvocato Scorza, come dice sempre la mia signora “parla di quello che conosci bene” il rischio altrimenti è di incappare in errori. La tutela del portafoglio della categoria, come dice lei, credo sia legittima ma soprattutto ha letto negli ultimi anni quanti di questi meravigliosi studi sono falliti e hanno lasciato clienti senza soldi e senza denti? Secondo lei gli investitori professionali, come li definisce autorevolmente, vogliono guadagnare o perdere denaro?

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La qualità professionale la fanno medici e organizzazione, non solo organizzazione, e se i medici vengono sottopagati e sono alle prime esperienze, come accade nella maggior parte di questi centri, secondo lei cosa succederà poi? Da testimonianze dirette alcuni professionisti giovani, miei ex allievi universitari, ricevono 20 euro lordi. Mi chiedo le sembra una paga oraria adatta ad un giovane neolaureato? Io non credo.

Altra cosa importante: regalare ablazione, ortopantomografie, consulenze mediche… le domando, lei riceve gratis qualunque cittadino nel suo studio e regala perizie a man bassa? Le società di capitale sono tutte srl e in Italia con le leggi vigenti rispondono di capitali versati e molto spesso i capitali sono ridicoli e falliscono senza mai pagare per ciò che fanno.

Da anni vedo uno svilimento della professione e vedo i giovani sopravvivere. Non credo sia la soluzione per i cittadini italiani: il prezzo basso molto spesso nasconde una situazione di comodo solo per la società, lo abbiamo visto anche nelle cliniche private quanti danni sono stati fatti. Se avessimo delle regole chiare per le srl forse tutto funzionerebbe meglio. Queste cliniche hanno fatto bene solo agli investitori non certo hanno migliorato le cure odontoiatriche, ne hanno calmierato i prezzi. Hanno inoltre creato posti di lavoro sottopagati e hanno creato l’immagine di una professione che si può vendere al mercato con l’offerta speciale.

Caro avvocato, parli con qualche giovane odontoiatra che lavora in questi centri e riveda le sue tesi. Con rispetto, non pensi sempre, come nei luoghi comuni, che i dentisti pensano solo al portafoglio. E soprattutto, e mi riferisco al “trappolone nel ddl”, ma lei crede davvero che, visto la quantità di soggetti che lo vogliono cambiare, siano solo i dentisti ad aver capito che questo modo di intendere la salute pubblica non può funzionare?

Ignobile è rubare, non pensare di realizzarsi, e avere una paga onesta dopo 20 anni di studi dedicati allo scopo di curare la salute dei propri pazienti.

Riceviamo a pubblichiamo la risposta di Guido Scorza

Caro Dr. Luciano,
La ringrazio, innanzitutto, per il suo post di replica al mio. Credo si stia offrendo ai lettori un’immagine plastica di quanto utile e costruttivo sia il dialogo sulle colonne di un giornale libero.
Vengo al merito della questione. Condivido buona parte di quello che scrive a proposito dello svilimento delle professioni tutte – incluse quelle di avvocato e giornalista che conosco meglio – e l’ingiustizia di sottopagare un professionista dopo avergli imposto anni di formazione universitaria e post-universitaria.

In tutta franchezza non so se queste pratiche siano caratteristiche delle cliniche controllate da soci di soli capitali o se appartengano anche – come, per la verità, mi si riferisce – alle cliniche ed agli studi controllati al 100% da professionisti. Il punto, però, non è questo. Il punto è – almeno a mio avviso – che è sacrosanto che il legislatore si preoccupi di garantire che le cliniche odontoiatriche, così come ogni altro centro di cure, funzionino al meglio tutelando la salute dei pazienti ed il decoro della professione di chi ci lavora.

Non riesco, tuttavia a capire – né in tutta franchezza in questo senso il suo post mi è d’aiuto – come e perché stabilire per legge che i due/terzi della proprietà delle cliniche debba essere posseduto da odontoiatri, risolverebbe i problemi da Lei denunciati ed i tanti altri che, certamente, affliggono il settore. Non vedo perché – salvo a non sopravvalutare la deontologia oltre quanto l’esperienza di chiunque di noi giustifica – una società posseduta da professionisti dovrebbe perseguire il profitto meno di una società posseduta da investitori professionali.

La mia personalissima impressione è che l’efficienza di una clinica derivi da elementi e fattori ben diversi rispetto alla semplice provenienza dei capitali di chi la gestisce. Ed è per questo che l’emendamento in questione mi sembra più un “salva-portafoglio” che un “salva-pazienti” o qualità delle cure. Grazie ancora per il suo post e continuiamo a leggerci e scriverci.

Risposta di Andrea Luciano

 

Caro avvocato, sono anni che noi medici vorremmo essere parte fondamentale nelle decisioni delle politiche di qualità della medicina e di essere i garanti anche nella organizzazione e direzione reale di cliniche che ormai sono in balia di società di capitali. E’ un discorso più complesso questo ma vale anche per le cliniche odontoiatriche “moderne”. Io confido che un medico metta al primo posto la salute e per questo sia il garante della qualità in assoluto; inoltre visto che faccio parte di un associazione che fa formazione tra le mie innumerevoli conoscenze, garantisco che i dentisti anziani pagano i loro colleghi per rispetto e codice deontologico. Chi non lo fa è un essere spregevole.

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