È il testamento degli otto attentatori di Parigi. “Kill them wherever you find them”, uccideteli ovunque li troviate, l’ultimo video diffuso dallo Stato Islamico, mostra i terroristi che il 13 novembre 2015 hanno portato a termine gli attacchi nella capitale francese. Ci sono tutti, compreso Abdelhamid Abaaoud, considerata la mente della strage.

Non c’è, però, Salah Abdeslam, l’attentatore in fuga anche dallo Stato Islamico, reo di non essersi sacrificato in nome del Califfato. Il messaggio è univoco: “porteremo il terrore e uccideremo i traditori fin nelle loro case”. Poi l’appello ai “fedeli” sparsi per il mondo: “Cosa aspettate a venire nelle terre del Califfato? Fatelo prima che sia troppo tardi. Uccidete gli infedeli, se non riuscite a procurarvi un’arma usate dei sassi sulle loro teste o investiteli con le vostre auto”. A conclusione di ogni messaggio, in cui i terroristi rinnovano le minacce contro i Paesi della coalizione occidentale e promettono di non smettere mai di attaccare “nei viaggi turistici, in quelli di lavoro, mentre dormite nelle vostre case”, i miliziani di al-Baghdadi decapitano un “murtadd”, un apostata.

Uno dei jihadisti, dopo aver ucciso uno dei prigionieri, guarda in camera e promette: “Presto sugli Champs-Élysées”. Poi le minacce alla Gran Bretagna, con l’immagine del premier David Cameron sullo sfondo: “Chiunque stia dalla parte degli infedeli sarà obiettivo delle nostre spade e sarà umiliato”

 

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