Primo sì in parlamento per la legge sul whistleblowing, la denuncia interna di episodi di malaffare e corruzione da parte di dipendenti pubblici e privati, da tempo prevista per esempio negli Stati Uniti. La Camera ha approvato in prima lettura, con 281 si, 71 no e 18 astenuti, la proposta di legge presentata dal Movimento 5 stelle (prima firma Francesca Businarolo) che regola i meccanismi delle segnalazioni e le tutele a favore del denunciante di fronte a possibili ritorsioni. I deputati M5s hanno votato insieme alla maggioranza e il testo dovrà passare all’esame del Senato. 

“La legge permetterà di tutelare chi denuncia la corruzione, inverte l’onere della prova a carico del datore di lavoro, e le denunce potranno essere anonime, ma devono essere assolutamente documentate e circostanziate”, commenta in una nota il gruppo 5 Stelle in Commissione giustizia, che saluta il sì come “un successo fondamentale” nella lotta alla corruzione. Beppe Grillo ha twittato: “Proteggiamo chi denuncia: approvata la legge M5S sul whistleblowing”.

Un no secco è arrivato invece da Forza Italia: “Un provvedimento ignobile, una barbarie giuridica che introduce negli ambienti di lavoro, pubblici e privati, un clima invivibile di accusa segreta”, ha affermato in aula il deputato Francesco Paolo Sisto, che paventa un clima di “sospetto diffuso”, nonché di un “inciucio” rappresentato dal “nuovo asse tra Pd e M5s“.

Ieri, nella discussione in aula, la Camera ha approvato quasi all’unanimità cinque identici emendamenti (presentati da Pd, Movimento 5 stelle, Area popolare, Scelta civica e Lega) che eliminano dalla proposta di legge ogni forma di premialità per gli autori delle segnalazioni (per esempio scatti contrattuali). “Volevamo che si desse un premio a chi segnala, magari ci riproveremo in Senato”, afferma . Si poteva fare di più ma il risultato è buono. Da qua si deve partire per fare meglio e soprattutto per dare efficacia a questa legge, quindi iniziando subito ad esaminarla al Senato”.

La nuova legge integra e amplia l’attuale disciplina prevista dalla legge Severino. Innazitutto estende la norma vigente per gli impiegati pubblici agli enti pubblici economici e agli enti di diritto privato sotto controllo pubblico. Inoltre allarga la tutela al settore privato, inserendo specifici obblighi a carico delle società nei modelli organizzativi previsti dalla 231 sulla responsabilità amministrativa di enti e società. Le segalazioni potranno essere inviate al responsabile anticorruzione dell’ente, all’Autorità nazionale anticorruzione, alla magistratura ordinaria e contabile.

Parla di “sfida culturale” vinta il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri: “Non ci sarà spazio per i delatori ma per chi ha a cuore il buon andamento della Pubblica Amministrazione e la legalità”. Per il Pd parla il capogruppo in Commisione giustizia a Montecitorio Walter Verini: “Quello di oggi è un provvedimento certamente migliorato e accettabile. Per esempio, per il settore privato, siamo riusciti a trovare un equilibrio che offre garanzie alle imprese”.

 WHISTLEBLOWING, ECCO CHE COSA PREVEDE LA LEGGE

Tutele per chi denuncia. Se il testo passerà anche al Senato, il whistleblower sarà più garantito. Il dipendente che in buona fede segnala ai responsabili anticorruzione, all’Anac o ai magistrati ordinari e contabili illeciti che abbia conosciuto in ragione del rapporto di lavoro non potrà essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altre ritorsioni. L’Anac applicherà al responsabile di atti discriminatori una sanzione pecuniaria amministrativa fino a 30mila euro.

Buona fede. La buona fede, esclusa se il segnalante agisce con dolo o colpa grave, implica una segnalazione circostanziata e la ragionevole convinzione, fondata su elementi di fatto (anche documenti), che la condotta illecita si sia verificata.

Segretezza dell’identità. E’ vietato rivelare l’identità del whistleblower, ma non sono ammesse segnalazioni anonime. Il segreto sul nome, in caso di processo penale, non può comunque protrarsi oltre la chiusura delle indagini preliminari. L’Anac predisporrà linee guida sulle procedure di presentazione e gestione delle segnalazioni promuovendo anche strumenti di crittografia quanto al contenuto della denuncia e alla relativa documentazione per garantire la riservatezza dell’identità del segnalante.

Clausola anti-calunnie. Ogni tutela salta nel caso di condanna del segnalante in sede penale (anche in primo grado) per calunnia, diffamazione o altri reati commessi con la denuncia. Se si accerta l’infondatezza della segnalazione o la mancanza di buona fede scatta inoltre il procedimento disciplinare e l’eventuale licenziamento in tronco.

Tutela allargata al settore privato. La tutela del whistleblower vale per tutte le amministrazioni pubbliche, inclusi gli enti pubblici economici e quelli di diritto privato sotto controllo pubblico, e si applica (indipendentemente dal tipo di contratto) pure a consulenti e collaboratori e a chi lavora in imprese che forniscono beni e servizi alla Pubblica amministrazione. Ma si estende anche al settore privato prevedendo che nei modelli organizzativi e di gestione, predisposti dalle società ai sensi del decreto 231/2001 per prevenire la commissione di reati, siano inserite anche norme specifiche a tutela della riservatezza di chi segnala illeciti e contro eventuali misure ritorsive e discriminatorie.

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