Un anno fa le devastazioni, con la città di Cremona che divenne teatro di scontri durante il corteo antifascista del 24 gennaio. Stamattina sono arrivate le condanne per quei fatti. Quattro anni di reclusione per i reati di devastazione, saccheggio e porto abusivo di oggetti atti ad offendere per tutti e quattro gli imputati: Mattia Croce, 21 anni, cremonese, frequentatore del centro sociale Kavarna; Aioub Babassi, 21 anni, bresciano; Matteo Pascariello, 24 anni, bolognese residente a Lecce; e Mauro Renica, 31 anni, bresciano e appartenente al centro sociale Magazzino 47. La manifestazione era stata organizzata come risposta al ferimento di un esponente del centro sociale Dordoni, Emilio Visigalli, che venne picchiato durante una rissa con militanti di CasaPound e finì in coma, dal quale si risvegliò dopo alcune settimane.

La sentenza, dopo il rito abbreviato, è del giudice di Cremona Pierpaolo Beluzzi, che ha decretato anche una provvisionale di 200 mila euro per il Comune che si è costituito parte civile nel processo. Tra 90 giorni le motivazione del verdetto. La difesa aveva chiesto il reato meno grave di danneggiamento aggravato; è passata invece la linea del più grave reato di devastazione (l’articolo 419 del codice penale che prevede fino a 15 anni reclusione, un reato che assorbe quello di danneggiamento).

“Sono state riconosciute appieno le nostre richieste – ha commentato a caldo il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti -. Ora attendiamo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza: ne faremo oggetto di attenta valutazione con i nostri avvocati”. Oltre al Comune parti civili nel processo erano due agenzie immobiliari, che hanno avuto poco più di 2000 euro ciascuna. L’avvocato Cesare Gualazzini, che ha affiancato il Comune in aula, ha sostenuto che “c’erano tutti i presupposti per condannare gli imputati al reato di devastazione. E’ stata distrutta un’area di un chilometro. Il Comune doveva reagire, altrimenti sarebbe stata una tacita approvazione di questo disegno organizzato per devastare la città”.

Marilena Gigliotti, legale di Croce, pur riconoscendo “i gravi fatti accaduti e il lavoro certosino degli inquirenti e della Procura”, ha chiesto di derubricare il reato in danneggiamento aggravato, chiedendo di assolvere il ragazzo dall’accusa di aver portato il bastone direttamente da casa e sottolineando il suo “percorso positivo” in dieci mesi di detenzione. Di opposto avviso il procuratore Roberto di Martino: “Un successo dal punto di vista del risultato. E’ stato riconosciuto il reato di devastazione, ipotesi della quale eravamo tutti convinti. E’ giusto che sia andata così. Sono fatti che non si possono tollerare”.

 

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