Ne hanno parlato tutti: non solo i quotidiani locali, ma anche quelli nazionali, addirittura gli inglesi Guardian e Telegraph, dell’ordinanza con cui il Comune di Genova voleva prendere provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico impedendo la circolazione in centro a 25mila auto immatricolate prima del 1997 e a 20mila moto con motori Euro 0 ed Euro 1, Vespe comprese, che nel capoluogo ligure “sono nate”, come hanno sottolineato gli indignati vespisti, e che dal primo febbraio “ci muoiono”. O avrebbero potuto morirci, perché quell’ordinanza al momento non c’è più è stata “sospesa“, e i vespisti genovesi possono tirare un sospiro di sollievo.

Il blocco per auto e moto Euro 0 ed Euro 1 è solo rinviato, precisa il Comune della città che diede i natali alla Vespa

“L’amministrazione, sulla base di una serie di considerazioni legate al breve preavviso dato ai soggetti interessati al provvedimento, lavora a una nuova ordinanza per dare più tempo ai cittadini per adeguarsi alle norme introdotte”, ha fatto sapere il sindaco di Genova, Marco Doria (eletto con i voti di Pd e Sel), che ha rimandato ai tecnici e agli assessori all’Ambiente e al Traffico, Italo Porcile e Anna Maria Dagnino, il compito di mettere a punto un documento che vada incontro alle esigenze dei cittadini e anche calmi gli animi dei vespisti, intervenendo allo stesso tempo sul problema inquinamento. Una missione decisamente complicata, che dopo ore di consultazioni e audizioni, con i vespisti in prima linea a Palazzo Tursi per protestare a ogni intervento, questa sera si è conclusa con un generico rinvio “di due mesi”, in attesa di mettere a punto un provvedimento più adeguato. Che però arriverà, come ha ribadito l’assessore Porcile, invitando a “non dare false speranze ai cittadini, perché l’orientamento dell’amministrazione non è quello di sospendere in modo definitivo” l’ordinanza.

Che ha avuto un iter parecchio travagliato. Era il 30 dicembre scorso quando, sulla scia dell’allarme smog diffuso a livello internazionale e dei conseguenti provvedimenti presi in città come Milano, Bologna e Torino, la giunta comunale del capoluogo ligure varava un’ordinanza, appunto con data di entrata in vigore l’1 febbraio 2016, che prevedeva il blocco della circolazione per tutti i veicoli, moto comprese, con motori Euro 0 ed Euro 1: circolazione inibita dalle 7 del mattino alle 7 di sera per tutti i destinatari del provvedimento nella cosiddetta “zona benzene”, individuata in alcune tra le più trafficate arterie cittadine su cui ogni giorno migliaia di pendolari passano per raggiungere il luogo di lavoro. Una piccola parte dei quali a bordo delle amatissime Vespa vintage a due tempi prodotte prima del 1999, inevitabilmente incluse nella cerchia dei veicoli “da bandire”. Immediata l’insurrezione dei proprietari, che hanno dato il via a una vera e propria mobilitazione sui social network a colpi di hashtag come #lamiavespanonsitocca e #genovasu2ruote sottolineando come la decisione arrivi nel 70esimo anniversario della nascita della Vespa, prodotta per la prima volta nel 1946 da Enrico Piaggio nell’omonimo stabilimento genovese.

Hanno trovato nelle Vespa un perfetto capro espiatorio per non toccare i rapporti con porto e fabbriche, dice il capo del Vespa Club Genova

Giù le mani della Vespa, insomma, osteggiata proprio nella città che le ha dato i natali, la stessa che ha il numero di moto procapite più alto di tutta Italia, ma anche il numero più basso di auto, e la cui giunta, secondo gli agguerriti vespisti, vorrebbe “curare il cancro con l’aspirina: hanno parlato di una sospensione, ma noi vogliamo vedere i documenti”, ha spiegato a Ilfattoquotidiano.it Vittorio Vernazzano, presidente del Vespa Club Genova. “È stata convocata un’altra commissione consiliare per la prossima settimana, e dopo decideremo cosa fare in accordo con le altre associazioni motociclistiche della città. Hanno trovato nelle Vespa, che sono l’1% del 20% di inquinamento dovuto al traffico, un perfetto capro espiatorio per non toccare i rapporti istituzionali con il porto (croce e delizia della Superba, ndr) e con le altre fabbriche. Eppure anche il professor Federico Valerio, ex capo dell’Ist e lo stesso che con i suoi studi ha fatto chiudere la cokeria di Cornigliano (quartiere industriale genovese, ndr) per risolvere il problema inquinamento, in Comune ha detto che con questa ordinanza si sta agendo sulle cose sbagliate”.

Inutile prendersela con i motociclisti, è il parere di Vernazzano, secondo cui sarebbero proprio le due ruote a ridurre l’inquinamento riducendo il traffico di auto, e nessuna intenzione di andare incontro al Comune, anche se le Vespa Euro 0 decisamente non sono il mezzo di trasporto più “green” che si possa trovare: “Siamo pochissimi, e insegniamo agli iscritti al club come gestirle e mantenerle per inquinare il meno possibile. D’altronde se Genova (inserita nell’elenco delle Smart City, ndr) fosse una città virtuosa, che ha fatto del trasporto pubblico efficiente il suo fiore all’occhiello e dell’ecomobilità un vanto, allora si potrebbe chiedere un sacrificio ai cittadini. Qui invece si chiede di farlo a pochi, senza poi risultai concreti”.

Il riferimento è all’ordinanza che vieta in tutta la Lombardia la circolazione di veicoli Euro 0, che secondo alcuni studi effettuati sull’aria sembra non avere dato i risultati sperati: “Noi vogliamo un tavolo di confronto vero sull’argomento, con studiosi che affrontino il problema dell’inquinamento in maniera analitica. Rifarsi sui più piccoli è troppo facile”. L’appuntamento dunque è per la prossima, ennesima commissione consiliare, ma con il monito del Comune ancora nelle orecchie: “Nessun rinvio a oltranza: il blocco ci sarà”. Resta da vedere quando, e per chi.

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