Ferrovie Sud Est cerca di risanare i debiti, ma rischia di trovarsi senza treni. Con alle calcagna non solo i fornitori, ma anche i fornitori dei fornitori. Sarebbe un paradosso per la società di trasporti privata più grande d’Italia: eppure i debiti accumulati stanno fermando anche i convogli. Non basta l’avvio di una politica di austerity con il taglio degli stipendi dei manager per gettarsi alle spalle anni di sperperi. Così, mentre il commissario Andrea Viero annuncia l’avvio del risanamento dell’azienda affossata da 311 milioni di debiti, la Filben (società che si occupa della manutenzione dei convogli Atr-220) ha informato i vertici della Sud-Est che non potrà più garantire il servizio. La ragione sta negli oltre 5 milioni di crediti non pagati e nelle somme che servono per poter proseguire l’attività. Sette i treni già fermi e pare non sia finita. La Filben fa capo a Carlo Beltramelli, imputato insieme all’ex amministratore unico della Sud-Est Luigi Fiorillo per la presunta truffa nell’acquisto dalla società polacca Pesa di 27 convogli. Quelli che ora si stanno fermando. Ma non basta. Come un serpente che si morde la coda “Pesa dichiara di vantare 3,5 milioni di debiti nei confronti della Filben”, spiega a ilfattoquotidiano.it il sub-commissario Domenico Mariani. E ora è pronta a chiedere il conto.

IL TAGLIO DIRIGENTI E L’ACCORDO CON I LAVORATORI – Sotto la guida dei commissari, la società controllata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha mosso i primi passi. Viero ha annunciato il taglio agli emolumenti dei dirigenti: se oggi il tetto è di 220mila euro, con la nuova politica i dieci manager percepiranno dai 90mila e 150mila euro all’anno. La spesa prevista passerà così da 1,7 a 1,2 milioni di euro con un risparmio di 500mila euro all’anno. Ci sarà una diversa organizzazione delle aree e saranno cancellati tutti gli incarichi esterni. Si tratta di una delle voci che più hanno sconcertato i commissari quando, a Roma, nei mesi scorsi hanno iniziato a controllare i conti dell’azienda. Presto sarà presentato il piano industriale per i prossimi 5 anni. Fra le priorità c’è anche il pagamento dei debiti con i fornitori (70 milioni) tra cui la stessa Filben e la ricostituzione del fondo per i tfr (per un valore di 33 milioni di euro). Edora i commissari puntano a chiudere la trattativa con gli altri 1.300 dipendenti. Le risorse risparmiate dovrebbero servire per rimettere in moto autobus e treni fuori servizio.

I TRENI SENZA MANUTENZIONE – Proprio a causa del debito verso i fornitori, infatti, si continuano a perdere pezzi. Sette i treni già fermi e dieci potrebbero rimanere a breve fuori uso. “La Filben ha annunciato lo stop alla manutenzione, salvo poi fare dei timidi passi indietro”, conferma Mariani. La società vanta un credito di 5 milioni. E ci sono due decreti ingiuntivi da 3,8 milioni (contro il quale la Sud-Est non si è opposta) e da 1,2 milioni (per il quale c’è un contenzioso e il giudice si è riservato). Ma ecco che si è fatta avanti un’altra società, la Pesa, che fornisce i pezzi di ricambio alla Filben. Insomma il fornitore del fornitore. “Ci è arrivata una richiesta di sequestro da parte della società polacca – spiega Mariani – che afferma di vantare un credito di 3,5 milioni di euro con la Filben”. Con questa procedura preventiva Pesa sembrerebbe dire alla Sud Est: nei 5 milioni che dovete alla Filben, ci sono anche i soldi per i pezzi di ricambio che abbiamo fornito alla società per i vostri treni e che non ci sono stati pagati. Un debito che ora dovrà essere accertato. Come da accertare sono i corrispettivi che la Sud-Est pagava a Filben per la manutenzione. Un nuovo problema. “La guardia di finanza – spiega Mariani – contesta un corrispettivo troppo elevato per le prestazioni: 56 euro all’ora invece che 44”. L’ennesimo spreco? “Non possiamo ancora dirlo”, ribatte Mariani. Ma sono decine le aziende che vantano crediti e che ora non sono più disposte ad aspettare. Viero ha già annunciato che le nuove fatture saranno pagate entro le scadenze. Per quanto riguarda i debiti già accumulati con la Filben o si arriva a un accordo o, in alternativa, alla chiusura del contratto che lega le due aziende fino al 2021. Con tutte le conseguenze del caso.

LE INDAGINI IN CORSO – I treni fermi sono quelli acquistati a un prezzo fuori mercato e finiti al centro dell’indagine della Corte dei Conti e della Procura di Bari. La Filben, infatti, fa capo all’imprenditore bolognese Carlo Beltramelli, imputato insieme all’ex amministratore unico della Sud-Est Luigi Fiorillo per una presunta truffa nell’acquisto dalla società polacca Pesa (il fornitore del fornitore) di 27 convogli pagati 93 milioni di euro con un finanziamento della Regione Puglia. Per la Procura sarebbero stati inclusi nel costo rimborsato 12 milioni di euro di provvigioni sulle vendite pagati da Pesa alla società Varsa (controllata da Filben) dietro cui – secondo gli inquirenti – ci sarebbe proprio Beltramelli. Ed è anche su questo aspetto che si stanno concentrando le indagini. Perché mentre a Roma gli ex amministratori della società (oggi commissari) preparavano la relazione da presentare al ministro Graziano Del Rio, nella stanza accanto gli uomini della Finanza analizzavano ogni tassello. Mano a mano che uscivano gli ammanchi, si cercava e si cerca tuttora di vederci chiaro. Tornando all’affare polacco, la Filben portò a casa un contratto di manutenzione per 10 anni. Di quei 27 treni Atr, dunque, sette sono già fermi per mancata manutenzione e si rischia di lasciarne altri dieci in garage. Dove si trova, sempre fuori uso, il 25 per cento degli autobus di proprietà delle Ferrovie Sud Est. Una situazione preoccupante se si pensa che resta inutilizzata anche la stragrande maggioranza delle carrozze Silberling comprate nel 2009 per 22 milioni. Quelle, secondo la Procura, pagate il doppio del loro valore.

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Riceviamo e pubblichiamo
La mia assistita Filben contrariamente alle conclusioni riportate nell’articolo, ha fermato le manutenzioni non tanto per i crediti verso FSE. anzi la società ha sempre provveduto alla effettuazione delle manutenzioni nonostante non venga pagata da mesi. Lo stop delle manutenzioni è invece dovuto fondamentalmente alla mancanza dei pezzi di ricambio necessari a garantire, tra l’altro e soprattutto, la sicurezza dei convogli. Tali pezzi di ricambio devono, per contratto, essere forniti proprio da FSE; di conseguenza, Filben ha suo malgrado dovuto ridurre forzatamente la effettuazione delle manutenzioni. La mia assistita ha ricevuto da parte della Direzione delle FSE assicurazioni che a breve verranno ripristinati i flussi regolari nella fornitura dei ricambi, sicché’ procederà – come sinora ha fatto – alle manutenzioni dei veicoli in questione. Solo per esattezza di informazione, aggiungo che il credito rivendicato da Pesa – e contestato decisamente da Filben nel procedimento cautelare in corso – è di 1.8 mln e non già di 3.5 Vi prego di voler tenere conto di quanto innanzi a tutela della verità e dell’immagine della mia assistita.  Resto, comunque, a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti anche sugli altri temi citati nell’articolo.

Con stima
Avv. Marco Cornaro
Legale della Filben Srl

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