“L’esito dell’Aula è imprevedibile: il Pd deve stare molto attento”. Il presidente dei senatori dem Luigi Zanda, intervenendo a Palazzo Madama all’assemblea dem sul ddl Unioni civili, ha chiesto ai suoi di trovare una mediazione in vista della discussione del provvedimento del 28 gennaio. “Gli emendamenti siano pochi e meditati. Il governo non ne presenterà. Esamineremo le proposte, ma l’importante è che non venga stravolto l’impianto della legge. Cerchiamo di essere prudenti anche nelle dichiarazioni pubbliche. Le Unioni civili non devono diventare il problema del Pd”. E ha aggiunto: “L’Italia è molto in ritardo, dobbiamo farcene carico. Noi siamo in Parlamento e questa volta non si può rinviare”. C’è stata una “discussione molto intensa nel gruppo e due assemblee. Abbiamo fatto dibattito lunghissimo in commissione. L’ostruzionismo di altri gruppi non produce qualità ma ha prodotto solo problemi, come arrivare in aula senza relatore”. 

Il nodo resta quella della stepchild adoption (adozione del figlio del partner). Una parte del gruppo infatti, circa una trentina di senatori, ha presentato la settimana scorsa un emendamento in cui si vuole la sostituzione con una sorta di “affido rafforzato. Il sito Gay.it ha pubblicato la lista dei critici ed è stato duramente criticato per l’iniziativa: “Squadristi”, hanno detto i cattodem. La prossima settimana ci sarà una nuova riunione del gruppo, alla vigilia dell’approdo in aula del ddl Cirinnà. Secondo la prima firmataria del testo, il clima è positivo è si arriverà a un accordo: “Il gruppo non è spaccato”, ha detto Cirinnà. “Nessuno ha sollevato problemi di costituzionalità sull’art. 2 o 3. Resta aperto il nodo sull’art. 5 (quello sulla stepchild adoption, ndr) sul quale c’è ancora qualche posizione che riguarda l’affido, ma arriveremo a una mediazione. C’è un clima troppo positivo per non avere dei frutti buoni”.

Anche l’ala più conservatrice ha detto di essere disponibile a una mediazione: “Cerchiamo di trovare una sintesi alta”, ha detto una delle sentrici cattodem Rosa Maria Di Giorgi. “Non ci abbandoniamo ai voti d’Aula che nascondono troppe insidie. Non accetto di essere rinchiusa in recinto degli oscurantisti. Noi siamo per l’approvazione della legge sulle Unioni civili. Siamo in ritardo e paghiamo un prezzo”. Poi una precisazione e una rassicurazione: “Apprezzo il lavoro fatto in Commissione che abbiamo seguito passo passo. Non c’è alcuna intenzione di fare ostruzionismo. Però politicamente mi chiedo che fine ha fatto la maggioranza”. Di Giorgi ha poi spiegato il perché delle critiche sue e di altri senatori cattolici al testo: “Non potevamo lasciare il Paese in balia di coloro che dicevano che il Pd non rappresenta più tutte le sensibilità. Abbiamo espresso posizioni che credo abbiano fatto molto bene al partito. Posizioni e non crociate. Ma una mediazione la dobbiamo fare. Cerchiamo di trovare una sintesi alta”, ha concluso, altrimenti, se si va in Aula senza un accordo, in quei voti “si nascondono troppe insidie”.

Tra gli interventi anche quello del senatore della minoranza Pd Vannino Chiti: “Dobbiamo cercare l’unità di gruppo. La libertà di coscienza viene dopo. Stiamo attenti a maggioranze sostitutive. C’è un’ampia base di condivisione della legge. Scriviamola stando attenti alla Costituzione”. Sul nodo stepchild, il presidente della commissione Politiche Ue ha detto che “il diritto ad avere un figlio non esiste per nessuno. C’è solo il diritto del bambino. L’adottabilità del figlio del partner può essere affrontata chiarendo il divieto assoluto della maternità surrogata”.

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