Lo scorso dicembre, nei giorni in cui si addobbano gli alberi, camminavo allegramente tra gli stand di Più Libri Più Liberi, la manifestazione annuale della piccola e media editoria. Ero un po’ perplesso per la mancanza della solita calca, ma contento di non dover fare a spallate per curiosare tra le novità.

Se lo avessi saputo però, avrei portato con me mio figlio, che si era dispiaciuto perché non ero rimasto a giocare con lui. Per farmi perdonare, avevo quindi deciso di portargli un libro. Il mio tesoro ha quattro anni e, fin da piccolo, io e la sua mamma abbiamo associato una lettura alla routine della nanna. Così ora ci troviamo un moccioso con un livello di attenzione molto alto per la sua età, che ha piacere di rileggere storie che sa a memoria, ma soprattutto di conoscerne di nuove. È soprattutto grazie al suo entusiasmo che riesco a migliorare la qualità dei consigli riservati ai bambini.

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Ma ovviamente alla manifestazione c’era la possibilità di scoprire opere che, per ragioni di bilancio, non possono trovare spazio nel pur fornito reparto per bambini della libreria in cui lavoro.

Con gioia mi sono imbattuto nello stand di Kalandraka, editore raffinato al quale sono molto affezionato. Tra i loro libri infatti spiccano alcuni tra i preferiti di mio figlio come Oh come è bella Panama, la storia di due amici che partono verso un sogno e che si ritrovano più contenti di prima a casa con un divano nuovo, e soprattutto Storie di topi, una raccolta di novelle che da bambino leggevo su L’Illustrazione dei Piccoli, e che rappresenta la lettura ideale per la nanna.

Speravo quindi di trovare qualcosa di speciale, e sono stato felicissimo di scovare, tra le nuove proposte, Nel Bosco di Anthony Browne, strepitoso illustratore già autore di un altro tra i nostri prediletti, La mia mamma/ Il mio papà, edito da Donzelli. Mi sembrava perfetto e, senza nemmeno aprirlo, l’ho fatto mio. Durante il ritorno ho sbirciato all’interno, scoprendo che l’albo era molto diverso da come lo aspettavo.

La storia racconta di un bimbo che viene svegliato da un rumore terribile. Al mattino il padre è assente. La mamma è triste e guarda nel vuoto, senza dare spiegazioni. Al bambino manca tanto il papà, e quando la mamma gli dice di portare una torta alla nonna malata, sceglie di prendere la veloce ma incerta strada che passa per il bosco, per tornare a casa in fretta ed aspettarlo.

Durante il cammino il bimbo si imbatte in molti riferimenti alle fiabe classiche, dove la paura è uno degli ingredienti necessari per lo sviluppo della morale e, con la sua torta in mano, diventa l’unica fiamma di colore in un bosco grigio e scuro, dominato da una tensione che diventa sempre più profonda, e che ha il culmine nel momento in cui indossa un cappotto scarlatto col quale completa la trasformazione in Cappuccetto Rosso. Ma quando giunge a casa della nonna ad aspettarlo non trova il lupo, ma proprio la nonna! E in salotto, indovinate un po’, il papà! Dopo la merenda padre e figlio tornano a casa, dove una mamma iperrealistica e sorridente li accoglie a braccia aperte.

Ero incerto sul significato di un’opera così straniante. Bisogna infatti dire che Browne usa ogni pagina come fosse un quadro, sfruttando al massimo colori e dettagli, che esulano dalla dimensione del racconto per trascendere verso l’onirico e l’inconscio. Sfogliando si gode di un forte impatto emotivo, amplificato dai dettagli tetri ma riconoscibili come un lupo, una zucca, una scarpetta… Ero incerto su come avrebbe reagito il mio piccolo. Prima di cercare informazioni però, ho deciso di leggerlo lo stesso.

È stato un grande successo. Si è incuriosito subito, attratto dalla diversità della vicenda. Potevo sentire il suo respiro corto mentre lo stringevo sul lettone durante la lettura, e il suo senso di liberazione nel momento dell’incontro col papà. Dopo l’abbraccio e la buonanotte, sono andato a curiosare in rete, per avere conferma del fatto che questo albo è stato ragionato per offrire ai bambini un modo per affrontare la paura dell’abbandono, un timore ancestrale da affrontare col giusto approccio. Nel Bosco è anche spunto per i genitori, a cui viene ben spiegato il modo in cui un fanciullo vive i nostri litigi. Quindi ricordiamoci di tenere i nostri problemi lontani dai piccoli, ma soprattutto di non sottovalutarne il coraggio, e di superare insieme a loro quelle paure che, nel rispetto di ogni età, è meglio conoscere e affrontare nell’abbraccio di mamma e papà.

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