Superare il digital divide con la banda larga, è questo il piano del governo Renzi e sono tanti gli operatori privati interessati a spartirsi la torta degli investimenti. In prima fila c’è Tim che ieri al Salone delle Tre Fontane all’Eur di Roma ha salutato il vecchio brand Telecom e presentato il nuovo logo dell’azienda. “Sono anni che investiamo molto in Italia, continueremo a investire e lo sforzo sulla banda larga sarà più ambizioso di quello annunciato, con più di 3 miliardi andremo a coprire più del 75% della popolazione in fibra e del 95% in Lte, rete a banda larga mobile, al 2017” spiega l’amministratore delegato Marco Patuano. Entra in gioco Enel nelle zone C e D a fallimento di mercato, aree periferiche dove a nessun privato conviene investire. Investimenti privati ma la rete, l’infrastruttura in rame, resterà pubblica, come ha annunciato di recente il governo. “Ogni giorno la lista degli operatori interessati si arricchisce di un soggetto diverso, non bisogna avere paura della competizione, noi andiamo avanti con il nostro piano, Metroweb può essere una soluzione interessante” aggiunge il manager. “Collaboriamo con Enel, Infratel, non ci sentiamo scalzati, non c’è nessuno scacco da parte del governo Renzi, se qualcun altro investe nelle aree C e D saremo interessati sicuramente a comprare la fibra – continua -, non le vedo come soluzioni antagoniste, poi la verità è che bisogna scendere sul campo e farle accadere le cose. Che la rete resta pubblica? Nessun problema, anche la rete di Infratel è pubblica, non è una novità” chiosa

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