Aumentano la presenza e la spesa dei turisti stranieri in Italia, ma del volano che Expo 2015 avrebbe dovuto rappresentare per la Penisola c’è ben poca traccia. A cominciare dal milione di cinesi che, stando alle previsioni dell’ex commissario Giuseppe Sala, avrebbe dovuto invadere l’Italia. E’ questa la sintesi estrema dell’articolato aggiornamento di Bankitalia sul turismo internazionale relativo ai primi dieci mesi dell’anno. Durante i quali, a fronte di trend di crescita dei flussi di turismo mondiale anche a doppia cifra, le spese dei viaggiatori stranieri in Italia sono solo lievemente aumentate, attestandosi a 32.135 milioni (+4,7% sul 2014). E producendo così un avanzo di 12.970 milioni di euro (era 11.860 milioni nello stesso periodo dello scorso anno) rispetto alle spese fatte dagli italiani all’estero, ammontate a 19.164 milioni.

Nello specifico, la spesa degli stranieri arrivati nei confini nazionali per qualche giorno di villeggiatura (quindi non per affari o altri motivi) è stata pari a 21,3 miliardi di euro (+6,3% sul 2014). Dalla classifica dei viaggiatori più ‘spendaccioni’ vengono conferme, ma anche alcune sorprese. I turisti tedeschi rimangono saldamente sul più alto gradino del podio, con 4,95 miliardi di euro spesi in Italia, seguiti da quelli statunitensi (3,91), francesi (3,18), dai sudditi della regina Elisabetta (2,72), dai viaggiatori svizzeri (2) e austriaci (1,4). I turisti asiatici hanno speso complessivamente 2,2 miliardi di euro, ma è il Giappone a fare la parte del leone (circa 1,3 miliardi di euro), mentre la Cina non arriva a 300 milioni di spesa (292), peraltro arretrando sensibilmente rispetto al dato dell’analogo periodo dello scorso anno (389 milioni di euro). Degno di nota è il balzo della spesa degli australiani (1 miliardo contro gli 858 milioni del 2014), mentre risulta più contenuto l’incremento sul fronte canadese (920 milioni contro 881).

Il dato dei pernottamenti conferma lo stato di buona salute del turismo italico: il numero di viaggiatori stranieri che hanno trascorso almeno una notte in albergo ha avuto un incremento (+4,5%) e i pernottamenti per vacanza sono aumentati del 5,8% (da 189,8 a 192,9 milioni). Numeri in linea e in alcuni casi addirittura inferiori a quelli misurati sui primi otto mesi dall’ultima indagine della ‘European Travel Commission‘ su un panel di paesi europei. Che però non hanno avuto il traino di una esposizione mondiale.

A ben guardare, poi, da alcune delle oltre cento tabelle presenti nell’analisi di via Nazionale emerge la certificazione, almeno parziale, del flop di Expo 2015 come elemento catalizzatore di turismo per l’Italia. E soprattutto per la Lombardia, dove Regione e sistema camerale avevano addirittura dato vita ad una società ad hoc per favorire ‘lo sviluppo turistico della Lombardia in occasione dell’anno di Expo’. Gli organizzatori di Expo hanno sempre parlato di una stima, mai smentita, pari a circa otto milioni di visitatori stranieri che avrebbe dovuto essere calamitati dall’evento. Milioni aggiuntivi, naturalmente, rispetto ai flussi turistici che tradizionalmente sono ospitati dall’Italia. Ebbene, stando ai dati elaborati da Bankitalia il numero di viaggiatori stranieri in Italia è sì aumentato, ma di 1,9 milioni di unità, passando da 43,2 a 45,2 milioni.

Ma il dato più clamoroso riguarda la Lombardia, che ha visto aumentare il numero di visitatori generici di appena 736mila unità (da 17,5 a 18,2 milioni). Mentre i viaggiatori giunti in Lombardia per passare un periodo di vacanza è aumentato di appena 583mila unità, passando da 5,5 a 6,1 milioni. Numeri, questi, che trovano conferma nel dato sulla spesa degli stranieri approdati in Lombardia fino al 30 ottobre di quest’anno e che ha avuto, nel confronto con lo stesso arco di tempo del 2014, un incremento inferiore alle aspettative: da circa 2 a 2,25 miliardi di euro. In tutto ciò, incredibilmente, non solo non è ancora dato sapere il volume di ricavi prodotto dalla vendita dei biglietti di Expo, ma soprattutto quanti stranieri hanno visitato la manifestazione e da dove provenivano. Elementi, questi, che, chiunque si occupi di turismo sa bene quanto siano preziosi per fare una analisi oggettiva sui flussi, tentare di profilarli e calibrare al meglio le azioni di promozione e commercializzazione del brand Italia sui mercati del turismo mondiale.

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